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"Francamente non c'è più una ratio. Anche l'interpretazione malevola per cui queste affermazioni servono per minare il governo Meloni regge solo fino a un certo punto. Credo che siamo di fronte all'ultima traccia di un narcisismo patologico che porta Berlusconi a essere sempre al centro dell'attenzione sparando su ogni argomento.

Si tratta di una situazione grave ma patologica che va affrontata non più con una prospettiva politica".

Marcello Veneziani, intellettuale di destra, scrittore ed editorialista, commenta con Affaritaliani.it il nuovo audio "rubato" con le parole di Silvio Berlusconi durante la riunione con i deputati di Forza Italia nella quale, di fatto, parlando della guerra Russia-Ucraina dà tutta la colpa a Zelensky e sposa la linea del Cremlino.

Marcello Veneziani, ideologo ed intellettuale di destra

A questo punto Antonio Tajani, numero due di Forza Italia, rischia di non andare più alla Farnesina?

"Penso che alla fine prevarrà il buon senso e all'interno del partito, prima o poi, si renderanno conto che devono diventare autonomi e trattare direttamente loro con Giorgia Meloni e i partiti alleati. Quello di Berlusconi sta diventando un problema serio, prima di tutto per la stessa Forza Italia, che non rientra più nell'ambito della politica"

Ma Forza Italia, lo sappiamo, non ha un leader alternativo...

"Non c'è, vero, e dovranno necessariamente passare da una fase collegiale traghettando il partito nell'improbabile speranza che Berlusconi riprenda la pienezza delle sue facoltà", osserva Veneziani.

Tra l'altro queste affermazioni, quelle di ieri e quelle di oggi, hanno grande risalto in Europa e Forza Italia fa parte del Partito Popolare Europeo...

"Forza Italia farà tutti i tentativi diplomatici per spiegare e allontanare il pericolo di ripercussioni politiche. Ma prima o poi è inevitabile che il partito prenda le distanze dalle dichiarazioni del suo leader. Finora lo fanno Meloni e Salvini, prima o poi dovranno farlo anche gli esponenti di Forza Italia", conclude.

Fonte: affaritaliani.it

Articolo scritto da Alberto Maggi


Editoriale del Direttore