Negli ultimi giorni i proclami sulle opportunità offerte dai fondi previsti per il PNRR non si contano più. Sindacalisti, politici, imprenditori e personaggi vari tutti in coro a magnificare il grande futuro che tale opportunità riserva ai calabresi. Ma al di là dei proclami e degli annunci vi è da chiedersi, realisticamente, se tali fondi con la corruzione dilagante, la politica collusa e la burocrazia famelica che contraddistinguono questa terra saranno veramente spesi per la collettività e daranno frutti tangibili o se faranno la fine dei fondi della Comunità Europea che dal 1982 ad oggi, ben 40 anni, non hanno sortito nulla di nulla se non arricchire "prenditori", politici tangentisti e criminalità. La fida reale è questa. Riuscire ad arginare un "Sistema" che sui fondi pubblici ha costruito le proprie immense fortune mantenendo il popolino calabro sempre succube e sempre attanagliato dal bisogno con l'obiettivo di mantenere in auge quel voto di scambio che è il vero tesoro di politici professionisti che attraverso la gestione dello stesso hanno governato da anni, hanno eletto i propri figli, le proprie amanti e i propri leccaculo professionisti.
Un gruppo di famiglie politiche o oligarchie che hanno trasformato la Calabria in una terra di predatori e di depredati, costringendo i figli della povera gente per bene ed onesta ad andare via per trovare un lavoro mentre per i loro figli tutto è permesso e tutto è possibile. Una piccola Russia in miniatura. E ad affermare che la burocrazia calabrese è fra le peggiori d'Europa ( e non poteva essere altrimenti dato che la stessa burocrazia è figlia ed è prescelta dalla peggiore classe politica che si possa immaginare) è una ricerca elaborata dall'Università di Goteborg in Svezia che ha redatto la mappa dell'indice europeo 2021 sulla qualità istituzionale nelle regioni degli stati che compongono la Comunità Europea.
Inutile dire che, come in tutte le altre graduatorie, la Calabria è negli ultimi posti. Esattamente il penultimo posto fra ben 210 regioni. Gli indicatori sono stati la corruzione, l'applicazione dello stato di diritto e la la burocrazia. Tre campi dove la Calabria eccelle, ovviamente, in negativo. Tale indice a Bruxelles è fortemente considerato anche perchè "a valori bassi corrisponde una ridotta capacità di utilizzare le risorse pubbliche, nazionali ed europee, e di conseguenza - scrive il Sole 24 Ore - una forte difficoltà ad innescare processi di sviluppo". Vedremo se i fondi del PNRR saranno la panacea di tutti i mali o una nuova occasione di ricchezza per la politica corrotta degli oligarchi, il folto e famelico gruppone di burocrati e la solita 'ndrangheta che non perde mai nessuna occasione per arricchirsi sempre più. Il tutto a spese dei calabri, che, comunque e nonostante tutto, anche se arriveranno tutti alla fame continueranno per l'eternità a votare i propri carnefici, le famiglie degli oligarchi. Nei secoli dei secoli. Amen.
Redazione