Nel lontano 2003, sono trascorsi ben due decenni, in Piazza Spirito Santo, importante piazza del centro storico di Cosenza, vennero avviati i lavori di rifacimento della piazza stessa che oggi è detta "Piazza Cribari".
Nella Piazza era allocata una scultura creata dall'artista Cesare Baccelli dedicata agli alunni della scuola elementare dello Spirito Santo vittime del bombardamento del 12 aprile 1943.
Una scultura di dimensioni notevoli che dopo essere stata smantellata ed essere stata collocata nel cortile del Servizio Manutenzione comunale nel quartiere di San Vito ( per come affermato da una commissione d'inchiesta creata ad hoc ) inspiegabilmente sparì nel nulla.
Scultura di Cesare Baccelli in Piazza Spirito Santo ( oggi Piazza Cribari)
E da allora non si è mai accertato in modo inconfutabile che fine abbia fatto la pregiata opera scultorea.
Neanche la commissione d'inchiesta istituita dall'allora Sindaco, Eva Catizone, ha mai presentato documenti ufficiali e non ha mai tratto alcuna conclusione.
Non è dato sapere nemmeno se vi sia stata una formale denuncia presso la Procura della Repubblica e non si è mai saputo di una qualsiasi indagine in merito.
Morale della favola oramai la scultura è sparita da anni ed anni e non si è mai conosciuta la verità.
Una vicenda del genere con la sparizione di una scultura per la quale il Comune di Cosenza nel 1982 guidato dall'allora Sindaco di Cosenza, Pino Gentile, concesse un contributo di 10.000.000 di lire e per la quale si aggiunsero anche i proventi di una colletta organizzata dall'allora direttore didattico e dal corpo docente della scuola elementare del Rione dello Spirito Santo.
Vi è chi sostiene che la scultura essendo in bronzo - per fusione in cera persa - e con elementi di rame, sia stata fatta a pezzi e sia stata venduta a chilo nel mondo della diffusa illegalità cosentina, chi sostiene che sia stata fatta sparire e sia entrata nel mondo parallelo dell'arte illegale e chi, addirittura, sostiene. alimentando una leggenda metropolitana, che sia allocata nel giardino di una villa all'estero di proprietà di qualche illustre politico - oligarca cosentino.
Una delle tante ville acquistate con le fruttuose attività tangentizie condotte per decenni con la protezione e l'impunità tipica della casta politica cosentina sempre garantita dalle istituzioni corrotte sin dagli anni '70.
Ma a parte le leggende, l'ipotesi più plausibile è quella dell'incuria e dell'abbandono della scultura fatta a pezzi per chissà quale motivo.
A sostegno di tale tesi riportiamo una foto che venne postata il 22 giugno 2016 dall'allora Sindaco di Cosenza, oggi senatore, Mario Occhiuto sul suo profilo facebook.
Post nel quale lo stesso Mario Occhiuto scrisse che
“potrebbe anche essere una parte del ‘Monumento ai cinque scolari uccisi durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale’, un tempo in piazza Spirito Santo a Cosenza, poi rimosso quindi misteriosamente scomparso. Gli studiosi sono già all’opera, e presto lo restituiremo restaurato ai cosentini”.
Non si è mai saputo se effettivamente degli studiosi del settore abbiano analizzato tali pezzi, se abbiano accertato che si trattava veramente di pezzi dell'opera scultorea di Baccelli e certamente della scultura, anche dopo questa notizia, non si seppe nulla.
Il mistero quindi permane nel tempo senza essere stato mai risolto.
Ed oramai a distanza di un ventennio non sarà mai risolto e finirà nel dimenticatoio, come tante altre storie di sciatteria e incuria per il bene pubblico.
Foto con presunti pezzi della scultura di Cesare Baccelli pubblicata sul profilo Facebook dell'ex sindaco Mario Occhiuto
Chi era il Maestro Cesare Baccelli
Cesare Baccelli è stato uno scultore italiano, nato a Lucca nel 1928 e venuto a vivere a Cosenza nella prima metà degli anni ‘60.
Tra le sue opere nella città dei bruzi figurano il monumento ‘Le Colombe della Pace’, le mitiche colombe stlizzate, simbolo della Piazza Kennedy degli anni '80, che tutti chiamavano "Aquile" ora allocato sul Viale Parco.
Le "Colombe della Pace" di Cesare Baccelli, un tempo simbolo di Piazza Kennedy ed oggi su Viale Parco
"Le Colombe della Pace", (che molti scambiavano per Aquile) quando erano il simbolo di Piazza Kennedy negli anni '80
E figura anche il ‘Monumento per i Caduti sul Lavoro’ situato in piazza Bonaventura Zumbini oltre al ‘Monumento ai cinque Scolari uccisi durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale’, svanito nel nulla.
Cesare Baccelli è morto a Roma nel 1987 a soli 59 anni.
Ma della storia della scultura di Cesare Baccelli pubblichiamo integralmente un bellissimo ed esaustivo articolo che venne pubblicato il 29 luglio 2008, dopo pochi anni dalla sparizione della scultura stessa sulla "Gazzetta del Sud" a pag. 28 ( Cronaca di Cosenza) a firma dell'autorevole giornalista Antonio Garro.
"Quel monumento ricordava i cinque ragazzi falciati, mentre giocavano nel rione Spirito Santo, dalle granate che i bombardieri angloamericani vomitarono, a sorpresa, sulla nostra città durante l’ultima guerra mondiale.
Il gruppetto stava giocando spensieratamente sulla scarpata del Crati, a pochi metri dalla scuola.
L’aveva fatto realizzare, raccogliendo i fondi necessari con una colletta pubblica, la direzione didattica delle Elementari “Carmela Borelli” nella giusta convinzione che le vite di quel pugno di giovanissimi immolate sull’altare del solito, cieco conflitto non dovevano finire nel dimenticatoio.
Purtroppo, così non è stato. Il monumento in onore delle piccole vittime (Anna Imbrogno, Pasqualina Valente, Antonietta Mauro, Natalina Nigro, Francesca Pellegrino e Francesco Ferraro) è sparito da quattro-cinque anni, e - quel che più disorienta - non si è saputo nè come nè quando.
Si sono formulate ipotesi, circolano ancora congetture, ma ufficialmente nessuno ha spiegato com’è andata: non sono stati infatti divulgate, mettiamola così, le conclusioni alle quali è giunta la commissione d’indagine che l'allora sindaco Eva Catizone istituì per fare luce sull’episodio.
L’aveva realizzato Cesare Baccelli, il monumento. Magari a tutti non piaceva - succede - ma sicuramente rendeva omaggio alla memoria di un gruppo significativo fra gli oltre cento caduti che le "fortezze volanti” procurarono alla nostra città, quando - nell’aprile e nell’agosto del 1943 - fecero la loro apparizione minacciosa nel cielo e produssero morte e distruzione in un territorio che, per fortuna, fino ad allora aveva conosciuto solo di “rimbalzo”, quasi per “sentito dire”, gli orrori dello scontro bellico.
A scoprire, e a denunciare, che del monumento (composto da una serie di elementi mobili in rame) non c’era più traccia, dopo la rimozione effettuata per consentire i lavori di riqualificazione di piazza Spirito Santo nel cui cuore esso era collocato, fu il cronista della Gazzetta.
Vennero avviate ricerche, inutilmente. Da qui l’istituzione della commissione d’inchiesta, incaricata di accertare che fine avessero fatto i “pezzi” smontati dell’opera di Baccelli, le cui ultime “notizie” risalivano a un anno prima, nel cortile del Servizio Manutenzione comunale, a San Vito.
Cosa la commissione abbia appurato, e messo nero su bianco, è rimasto nei cassetti: forse è il caso che Palazzo dei Bruzi tiri fuori il documento e così faccia sapere alla gente, quanto è nel suo diritto conoscere.
Fosse stata adeguatamente tenuta sott’occhio, avremmo oggi un monumento in più, in città.
Ed esso sarebbe stata regolarmente inserito nell'inventario delle opere d’arte di proprietà comunale che, di recente, ha visto la luce sotto forma di volume, a cura di Luigi Bilotto.
Nella pubblicazione, al suo posto, è stato possibile inserire solo una fotocopia del bozzetto, il progetto su cui l'artista lavorò: un carboncino su carta di centimetri 20 x 35 del 1982, fotocopia al sicuro nell’archivio storico comunale, unitamente alla delibera con la quale la giunta dell’epoca, sindaco Pino Gentile, decise di elargire un contributo per la realizzazione dell’opera, che raffigura cinque bambini con le mani protese verso il cielo mentre inseguono un aquilone, ma restano impigliati nei suoi fili: rappresentazione del contrasto fra il momento del gioco e la tragedia del bombardamento". ( Fonte: Gazzetta del Sud)
Redazione