Scrivere la storia della gestione dei Fondi Comunitari in Calabria è scrivere la storia di una terra senza speranza affidata ad una Casta politica che ha sempre avuto l'interesse a mantenere la Calabria in uno stato di bisogno perenne per sfruttarne il consenso attraverso il voto di scambio.
E più i politici della Casta distruggono la Calabria, più i calabresi li votano. Un "Sistema" distruttivo senza pari. Sin dal 1987, il primo anno della gestione dei Fondi della Comunità Europea destinati alle regioni sottosviluppate sul piano economico, e sono passati ben 34 anni, la gestione dei Fondi è stata, a dir poco allucinante. Tanti i miliardi di vecchie lire ritornate al mittente perchè non spese come le centinaia di milioni di euro dal 2002 in poi. Tanti quelli non spesi e quelli spesi in realtà non hanno mai prodotto alcun cambiamento. Al massimo hanno rimpinguato i portafogli di tanti faccendieri legati alla politica che hanno preso i soldi e poi hanno chiuso. I tanti bancarottieri che sono transitati in Calabria come se non bastassero i bancarottieri professionisti calabresi dei quali in tanti si sono pure cimentati con successo in politica. Ed anche per il Por 2014 - 2020 i risultati sono in linea con il passato. Infatti la Corte dei Conti nel giudizio di parifica del rendiconto 2020 della Regione in merito al POR Calabria ha affermato che "Lo stato di attuazione del Por Calabria Fesr e Fse non è soddisfacente (media del 38% per gli Assi prioritari circa). Inoltre dei 4583 progetti censiti al 31 dicembre 2020 solo 728 sono stati chiusi, 1077 non presentano né impegni né pagamenti, 469 non presentano avanzamenti di spesa". E come sempre la Calabria si conferma la Regione con il più basso rendimento nell'utilizzare i fondi anche nella comparazione con le altre regioni meno sviluppate. Infatti per la Corte dei Conti "rispetto alle altre Regioni lo stato di attuazione del Por Calabria, confrontato con i Programmi operativi delle Regioni rientranti nella categoria delle “Regioni meno sviluppate” in Italia (quelle che presentano un Pil inferiore al 75%, ovvero, in Italia, la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia) è quello che presenta, nel complesso, le percentuali più basse di avanzamento, sia in termini di impegno sia in termini di pagamenti (rispettivamente: 53,55%; 33,48%). In tale gruppo di confronto, la Calabria, come per l'annualità precedente, presenta le performances peggiori, seppur con un livello di attuazione/pagamenti di poco inferiore alla Sicilia". Siamo alle solite. In Calabria non cambia mai nulla e mai cambierà nulla se i calabresi continueranno con tenacia e testardaggine a votare la Casta che ha impoverito la Calabria. Questa è la realtà che dura nel tempo. Nei Secoli dei Secoli. Amen.