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Che la sanità in Calabria fosse la peggiore d'Italia non è assolutamente una novità. Lo è da anni e non poteva essere altrimenti considerato che la sanità calabrese è gestita dalla peggiore classe politica di tutti i tempi che è senza ombra di dubbio alcuna la peggiore di tutte le regioni italiane. Un record negativo che si somma a tanti altri record negativi tutti meritatissimi considerato anche che la maggioranza dei calabresi non ne vuole sapere di votare attraverso una corretta valutazione delle competenze e delle reali capacità dei candidati  ma continua, con ostinazione e pervicacia, a votare per voto di scambio, per promesse mai mantenute, per indicazioni della 'ndrangheta e per gli amici degli amici. Un dramma che non avrà, ovviamente, mai alcuna soluzione. E a certificare il dramma della sanità calabrese il recentissimo Report della ragioneria dello Stato dal quale si desume come la sanità in Calabria presenti il disavanzo più alto fra tutte le Regioni a statuto ordinario e di come lo stesso sia addirittura il 10% di tutto il disavanzo nazionale. Una vera e propria palla al piede ed una zavorra per tutto il Paese. E tale trend negativo dura da ben tredici anni e durerà in eterno. Un report molto interessante di oltre 230 pagine dal quale si desume che mentre le altre regioni con la sanità commissariata come il Lazio, la Campania sono addirittura nel 2020 uscite dal commissariamento avendo avuto con il piano di rientro grandi risultati sul piano del risanamento dei bilanci  in Calabria il commissariamento non ha avuto alcun risultato. Quindi tutte le formule adottate per la sanità calabrese sono sempre fallimentari. Ci sarebbe da chiedersi del perchè di tutto ciò. Ma gli interessi nascosti nella sanità che rappresenta la vera gallina dalle uova d'oro e che rappresenta il collante fra politica corrotta ed investimenti in odor di 'ndrangheta non consente alcun cambiamento. I poteri occulti che si annidano nella sanità sono più forti di qualsiasi azione di cambiamento. Questa è la Calabria e questa sempre sarà.

Redazione

Editoriale del Direttore