Si celebra oggi il 19° anniversario della morte dell'allora Vicepresidente del Consiglio Regionale, Francesco Fortugno, medico e politico impegnato anche nel cercare di far crescere la legalità nel verminaio della sanità calabrese.
Ovviamente la politica e tutta la stampa asservita al potere e al soldo dei politici, celebrarne la figura, hanno sostenuto che da allora è cresciuto l'impegno per la legalità.
Nulla di più falso e di ipocrita.
In realtà la 'ndrangheta è molto più potente e più forte di allora.
E' oggi una holding mondiale con il controllo del mercato della cocaina che frutta miliardi di euro.
E' oggi una holding economica, pilastro essenziale del consumismo e del capitalismo.
Avendo raggiunto il suo scopo non ha più alcuna necessità di uccidere e, quindi, all'apparenza, sembra che la stessa si sia indebolita.
Invece è proprio quando non spara e non uccide che la stessa 'ndrangheta cresce e si fortifica.
Mai come oggi è inserita a pieno titolo nella politica, mai come oggi vi sono personaggi politici che, a parole, sono tutti i giorni per la legalità e poi, nei fatti, non fanno altro che arricchirsi e spadroneggiare con un potere sempre più ampio.
E' vero che qualche giornalista antimafia spesso in perfetta solitudine e qualche associazione antimafia, in assoluta buonafede, si impegnano per la crescita della legalità come è anche vero che tanti calabresi onesti vorrebbero realmente un cambiamento.
Ma tali fenomeni, seppur lodevolissimi, non hanno inciso in alcun modo nella globalità di una società, quella calabrese, dove la corruzione, il malaffare, l'economia illegale e la cultura mafiosa e dell'illegalità dominano e troneggiano più che mai.
Lodevole anche l'azione di qualche magistrato e di qualche Procura rispetto ad altre dormienti da decenni e decenni.
E' giusto ricordare il grande sacrificio di Francesco Fortugno che con la sua vita ha pagato il prezzo delle sue battaglie ma è anche giusto affermare che la sanità era allora la madre di tutte le tangenti, di tutto il sistema clientelare e del voto di scambio, esattamente come lo è ancora oggi.
La sanità era allora ed oggi al centro di tutto quel "Sistema" corruttivo che è alla base del successo di alcuni professionisti della politica che da decenni e decenni gestiscono in modo clientelare la cosa pubblica.
Ovviamente non una gestione diretta ma una gestione delegata al loro "cerchio magico" di lecchini e portaborse delegati anche agli affari, alle clientele, alle raccomandazioni e a tutto quell'armamentario di illegalità diffusa che garantisce la gestione dei pacchetti di voti eterni e tramandabili anche da padre in figlio.
Ogni voto un favore, ogni voto una promozione sul lavoro ogni voto una nomina e così via.
In poche parole per ogni voto clientelare, per ogni voto di scambio un equivalente atto di illegalità.
Un modello "socio - politico - economico" duro a morire.
E gli stessi personaggi che con questo "Sistema" hanno costruito le loro ingentissime fortune politiche e, ovviamente, anche economiche, nelle occasioni di ricorrenze come quella di Francesco Fortugno si lanciano in filippiche a favore della legalità, della lotta alle mafie e della trasparenza.
Una vera offesa ai poveri cittadini che sono costretti ad ascoltare queste bugie amplificate dai media asservite quando gli stessi continuano ad assumere nelle Asp i soliti "raccomandati", quando il mondo degli appalti e dei subappalti viene sempre oliato dalle mitiche ed eterne "mazzette" e quando tutto funziona come sempre da almeno una quarantina d'anni.
Questa è l'ipocrisia della politica.
E' stato, è e sarà sempre così nella povera e disgraziata terra di Calabria.
Redazione