Header Blog Banner (2)

Amendolara è un paesino dell’Alto Jonio calabrese che ospita la Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, Ente di ricerca internazionale per lo studio e la salvaguardia del mare, fra i più importanti e prestigiosi al mondo.

 

Omaggio all’ultimo sindaco Gregorio Scigliano, ( nella foto di apertura), meritevole di aver contribuito al lavoro che ha portato l’Istituto Anton Dohrn e decine di ricercatori internazionali a studiare sulle coste dell’Alto Jonio calabrese.

Da alcuni anni la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli (SZN) svolge la sua attività in Calabria, oggi più che mai operativa in Amendolara Marina, Alto Jonio calabrese, ai confini dell’ampio golfo di Taranto.

Tutto nasce da una politica quasi visionaria degli amministratori dell’epoca quando, il 25 maggio 2018, fu approvata la concessione di una struttura “in comodato d’uso gratuito alla Stazione Zoologica Marina Anton Dohrn di Napoli, per la durata di 10 anni”, allo scopo di dedicarsi allo studio del mare. Il lavoro politico e organizzativo svolto a livello locale si è ben presto concretizzato nell’inizio delle attività di studio della Anton Dohrn in Calabria.  

Inaugurata ad Amendolara nel 2021 alla presenza del suo Presidente Roberto Danovaro, la Stazione zoologica da sempre si dedica allo studio della biodiversità marina ed è un istituto di ricerca scientifica di elevato profilo che risale al XIX secolo, quando nel 1872 fu fondata a Napoli da Anton Dohrn, all’epoca famoso zoologo tedesco. La SZN è quindi “una delle Stazioni biologiche marine più antiche e prestigiose al mondo, si impegna a promuovere la ricerca, la conservazione degli organismi marini e dei loro habitat, nonché favorire la divulgazione scientifica”.

Inoltre, attraverso la sua vasta gamma di attività e servizi, la Stazione si propone di contribuire alla conoscenza e alla salvaguardia degli ecosistemi marini.
Prendendo parte in modo significativo alla ricerca marina, nel corso degli anni la Stazione ha formato numerosi ricercatori di fama internazionale e prodotto rilevanti scoperte scientifiche e relative pubblicazioni nel campo della biologia marina.

D’altra parte, l’attenzione degli amministratori locali verso iniziative che avessero il mare come focus era del tutto coerente con l’evolversi della crisi ambientale, a cui sarebbe stato necessario dedicare interesse planetario insieme agli altri eventi climatici estremi.

Già da molti anni era evidente come i mari fossero in “profonda crisi” a causa dell’eccessiva presenza di sostanze contaminanti, microplastiche e specie introdotte dall’uomo, cosiddette alloctone o aliene.

Nel mio primo viaggio in Antartico nel 2015 mi ero personalmente già reso conto di quanto fosse urgente conoscere meglio la condizione degli oceani e dei mari chiusi, figuriamoci in Calabria. Del resto, come dice Silvio Greco, direttore della sede calabrese, “lo Jonio è uno dei mari meno studiati, ma che si sta rivelando di grandissimo interesse”.

Pertanto, avere in Alto Jonio - sulla costa di un mare anch’esso quasi chiuso - un Istituto di ricerca ad hoc rappresenta senz’altro un’intuizione e una conquista da valorizzare, cosa che sul piano locale non tutti hanno apprezzato col dovuto entusiasmo, forse per invidia di primo genitura, ripicca, incapacità, insufficienza di prospettiva o carenza culturale, conflitti politici a discapito della comunità, molto più probabili, chissà.... Infatti, parlando con la gente del posto, ancora oggi si fa fatica a riconoscere la presenza di un Istituto così importante in Alto Jonio. 

Considerata la sua storia, non c’è quindi da stupirsi che il 16 giugno 2021 l’Ente nazionale di ricerca, con il Presidente pro tempore Roberto Danovaro abbia concluso anche un Accordo ufficiale con l’Università di Trieste, rappresentato dal Rettore pro tempore Roberto Di Lenarda, allo scopo di “sviluppare progetti per l’avanzamento delle scienze del mare attraverso attività congiunte di ricerca, formazione, terza missione e attraverso la condivisione di infrastrutture”. 

Per quel che riguarda l’attività della Anton Dohrn in Calabria, il problema principale è che la classe politica locale e regionale dimostrino concretamente l’impegno ad offrire opportunità adeguate al prestigio dell’Ente, ma non è certo che tutto ciò possa verificarsi in futuro. 

Attualmente all’interno della Stazione zoologica, insieme al Direttore Silvio Greco, svolgono la loro attività decine di studiosi con una ricaduta economica nel tessuto sociale del territorio. 

Intanto, l’attuale sindaco - Gregorio Scigliano - chiude oggi il cerchio esibendo un nuovo fiore all’occhiello “per Amendolara”, di cui il Direttore Silvio Greco aveva anche fatto cenno e spronato gli amministratori a farlo nascere: il “Parco Marino”.  Detto, fatto! Gregorio Scigliano ha dichiarato: “Il Parco Marino di Amendolara oggi è una realtà, essendo parte integrante dei Parchi Marini Regionali; sono sei in tutta la Calabria e questo di Amendolara è il più esteso ed importante, anche perché richiama la presenza della notissima SECCA DI AMENDOLARA.

Si tratta di emersioni rocciose in un fondale coralligeno, alla distanza di dodici miglia dalla costa e meta di appassionati subacquei in cui i ricercatori della Anton Dohrn hanno già fatto una prima scoperta”. 

La scoperta alla quale Scigliano fa riferimento è il corallo nero, oltre al corallo rosso, per i quali le ricerche continueranno allo scopo di individuare la “genetica di popolazione”.

Gregorio Scigliano, il Sindaco di Amendolara - che proprio oggi lascia il suo mandato - parla con particolare entusiasmo del Parco Marino, istituito con Legge Regionale del 16 dicembre 2022, perché ne prevede “utile sfruttamento in termini socio economici e soprattutto in turismo”. Cosa di cui non si è per nulla parlato durante la campagna elettorale di questi giorni.

Stimolato in ulteriore riflessione, ormai alle ultime ore del suo mandato, il Sindaco Gregorio Scigliano richiama altre caratteristiche identitarie capaci di emergere dal contesto locale, fra le quali la valorizzazione della mandorla che avrebbe dato il nome al paese: “Abbiamo valorizzato la mandorla di Amendolara, prodotto per il quale è già in via di approvazione il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta. E’ un progetto in grado di coinvolgere anche in itinerari gastronomici per la produzione locale della mortadella alle mandorle”.

Nel concludere, il sindaco Scigliano ricorda i Premi ricevuti dal suo comune per il mare pulito, per la conservazione del territorio, del paesaggio e per la qualità dell’accoglienza, nonché i riconoscimenti come paese pulito per aver quasi 90% delle buone azioni a merito dei nostri concittadini.

Di tutto ciò non si è parlato nella campagna elettorale che, al contrario, ha fatto registrare attacchi personali e colpi bassi in una regressione agli anni settanta.
 
Dopo trent’anni di interrotta attività amministrativa e ludico-sportiva a favore della sua comunità e della squadra di calcio, e non prima di aver lasciato un attivo comunale di alcune centinaia di migliaia di euro (per la verità sarebbero stati anche molti di più a causa di “mancati incassi” e “mancate riscossioni” di altro genere) nonché proceduto all’acquisto di una bianca auto Nissan, mai posseduta dal Comune in oltre venti anni, Gregorio Scigliano ha deciso di lasciare al loro destino i nuovi amministratori di Amendolara per dedicarsi ai suoi nipoti. 

Rocco Turi


Editoriale del Direttore