Il vecchio gioco delle tre carte è semper stato un metodo politico molto in voga, soprattutto in Calabria dove tutti i politici, di qualsiasi colore, in Calabria adottavano il metodo delle chiacchiere per imbonire i calabri e a Roma adottavano il metodo del potere e degli affari per consolidare la loro posizione economica e la loro poltrona, magari ereditandola da padre in figlio e magari costruendo famiglie politiche che da sempre in Calabria hanno riscosso grande fortuna.
Ed anche oggi il doppio gioco, il dire e il fare con in mezzo il mare, è sempre di moda.
Prendiamo il caso di Forza Italia, in difficoltà ovunque, tranne che nella regione più azzurra d'Italia che, manco a dirlo, non poteva che essere la Calabria.
I fratelli Occhiuto, Mario Occhiuto, Senatore e Roberto Occhiuto, Governatore della Calabria
Da un lato a Roma il senatore Mario Occhiuto, fratello del Governatore Roberto Occhiuto, relatore della Legge al Senato per Forza Italia, che vota convintamente la legge tanto amata e voluta dal Ministro Roberto Calderoli, alfiere della vecchia Lega che odiava i meridionali e che augurava l'eruzione del Vesuvio per purificare il paese dai napoletani o un bel maremoto in Calabria per epurare i calabresi dai nordici duri e puri.
Il Ministro Roberto Calderoli, ai tempi di Bossi, quando in modo eloquente, si rivolgeva anche con chiari gesti, ai popoli del Sud
Dall'altro lato, il Governatore Roberto Occhiuto giunge a giustificare nell'ambito della normale dialettica politica, la presenza della sua pupilla, Rosaria Succurro, Presidente della Provincia, Sindaca di San Giovanni in Fiore e Presidente Anci, ben tre ruoli di primissimo piano, alla manifestazione dei Sindaci contro l'Autonomia Differenziata.
Manifestazione dei sindaci del Cosentino contro l'Autonomia Differenziata con la partecipazione della Sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, "Pronti ad alzare le barricate".
Un chiaro gioco delle tre carte.
Un forte legame romano e nazionale con il partito confermato dalla prossima nomina a vicesegretario nazionale di Forza Italia per il Governatore Roberto Occhiuto nel prossimo congresso nazionale degli azzurri che si terrà a Roma il prossimo 24 febbraio, preludio di una candidatura a segretario nazionale per il prossimo congresso che si terrà magari fra qualche anno se le Europee non dovessero dare i risultati sperati.
I tempi dell'egemonia del fondatore e padrone di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sono finiti e, quindi, gli equilibri interni non sono più inamovibili come un tempo.
A differenza di Fratelli d'Italia dove Giorgia Meloni da fondatrice del partito ne è alla guida dal 2012 e lo sarà a vita così come nella Lega dove Matteo Salvini, segretario dal 2013 rimarrà, anch'esso, segretario a vita.
In tale contesto, soprattutto dopo la levata di scudi coraggiosa e chiara dell'Arcivescovo di Cosenza. Bisignano, Mons. Giovanni Checchinato e del Vescovo di Cassano allo Ionio e VicePresidente della Conferenza Episcoplae Italiana, CEI, Mons. Francesco Savino, contro l'Autonomia Differenziata, la doppia posizione di Forza Italia orchestrata dallo stesso Governatore, On. Roberto Occhiuto, abile politico considerando il suo essere in politica da sempre ( giovanissimo già consigliere comunale a Cosenza e a soli 30 anni, nel lontano 2000, già consigliere regionale) che ha mandato in avanscoperta la pupilla Rosaria Succurro, Forza Italia potrà fronteggiare la protesta crescente sul piano locale e la posizione
assolutamente favorevole a Roma.
Mons. Giovanni Checchinato, ArciVescovo Diocesi Cosenza - Bisignano
Le polemiche della Lega, espresse dalla deputata leghista, Simona Loizzo e condivisa dallo stesso Matteo Salvini, sulla posizione assunta dalla Presidente della Provincia, Rosaria Succurro, non sortiranno effetto alcuno. Come cadrà nel vuoto anche l'appello rivolto dalla deputata Loizzo a Rosaria Succurro di dimettersi dagli incarichi politici acquisiti grazie alla su appartenenza alla coalizione di centrodestra.
Una posizione molto abile quella di Forza italia sul piano politico, ma molto ambigua per i calabresi.
Ma in fin dei conti i calabresi non hanno mai contato nulla e mai conteranno nulla.
Tanto alla fine i voti dalle urne escono comunque, e non certamente per motivi politici, ma per ben altro.
Lo insegna la storia della Calabria.
Da sempre e per sempre.
Nei secoli dei Secoli.
Amen.