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Che la Calabria sia una Repubblica a se stante non vi è alcun dubbio. Come sempre si ritrova in controtendenza rispetto al dato nazionale, e questo accade su tutte le latitudini ed anche in politica.

Come nel centrodestra calabrese la forza dominante è Forza Italia che, invece, sul piano nazionale, è molto più debole di Fratelli d'Italia e della Lega, anche nel Pd si registrano dati in controtendenza.

Infatti nelle recenti primarie del Pd a livello nazionale vince, ribaltando tutti pronostici, Elly Schlein, in Calabria stravince Stefano Bonaccini.

Stefano Bonaccini in una sezione del Pd

La spiegazione è molto semplice. In Italia è stato determinante il voto esterno alle correnti di partito e dei professionisti della politica.

In Calabria dove in tutti i partiti detengono il potere solo i professionisti della politica era ovvio che nel Pd non poteva che vincere sempre il solito apparato eterno e immodificabile che ha fatto votare Bonaccini.

Fortunatamente la Calabria non è l'Italia e sul piano nazionale oramai conta meno di zero.

E per i burocrati e i professionisti della politica del Pd calabrese sarà sempre più difficile trovare udienza nei piani alti del partito.

Si confermerà il fatto oramai assodato da tanti anni che vede i professionisti della politica forti in Calabria con i loro apparati clientelari ed amicali ma che a Roma continuano a non contare nulla di nulla.

 
Ovviamente ora i big calabresi del Pd che hanno votato per Bonaccini aspettano cosa accadrà all'interno del partito.
 
Il riferimento è al segretario regionale del Pd, il senatore Nicola irto,  ai consiglieri regionali Bevacqua, Alecci, Iacucci, Mammoliti, Muraca.
 
Praticamente tutti e a ben 4 segretari di federazione provinciale su cinque.
 
Sarà interessante vedere  se qualcuno dei Big, considerata la sconfitta di Bonaccini, salirà con armi e bagagli verso il carro della vincente Elly Schlein, come da sempre accade nella politica calabrese e sarà interessante anche osservare cosa faranno gli ex democristiani confluiti a loro tempo nel Pd in un partito a chiara trazione post - comunista.
 
Basti pensare ai festeggiamenti della nuova segretaria nazionale con i pugni chiusi e con le note cantate a squarciagola di "Bella Ciao".
 
Probabilmente gli ex centristi e moderati che nel Pd calabrese non sono in pochi si ritroveranno un minimo spaesati, ma , nel perfetto stile calabro, l'importante è mantenere la postazione.
 
Degli ideali e dei programmi ai calabresi non è mai interessato nulla.
 
Sono accessori inutili e superflui. Ciò che conta in Calabria è la gestione del potere, è il voto di scambio, è la possibilità di fare e chiedere favori.
 
Ciò che conta è la solita politica clientelare calabra che ha distrutto la Calabria, che continua a distruggerla, che ha costretto tutti i giovani migliori ad andarsene e che porterà la nostra terra a morire definitivamente.
 
Nell'apatia e nel disinteresse della maggioranza dei calabresi che pensando al loro piccolo orticello hanno condannato le nuove generazioni ad andarsene altrove.
 
E nonostante lo spopolamento calabro sia la prova provata del fallimento del "sistema" clientelare ed amicale, lo stesso continua a prosperare senza alcun cedimento e senza nessuna speranza di cambiamento.
 
Redazione
 

Editoriale del Direttore