Header Blog Banner (2)

Che la pubblica amministrazione in Calabria fosse un vero disastro è un fatto notorio e che sia fra le peggiori d'Europa anche.

Ma da un recente studio condotto dalla Cgia ( Confederazione Generale Italiana dell'Artigianato) di Mestre emerge addirittura che la Pubblica amministrazione in Calabria è l'ultima in Europa considerando la qualità dell'apparato burocratico. Una conseguenza logica determinata da un "Sistema" inviolabile, eterno e inscalfibile. Si entra nella Pubblica Amministrazione attraverso concorsi e leggine varie che sono sempre pilotati dalla nefanda, vomitevole e corrottissima classe politica calabrese. Una selezione talmente rigida e pilotata dagli oligarchi politici calabri non poteva che scegliere e selezionare gli individui con un solo criterio, quello del servilismo, del leccaculismo, delle parentele e dei comparaggi ed anche di appartenenza a famiglie di 'ndrangheta. Un "Sistema" di selezione che non contempla assolutamente le competenze, la preparazione e tutte quelle caratteristiche che dovrebbero essere alla base di un buon dipendente della pubblica amministrazione. Con qualche sporadica eccezione che conferma la regola. La Cgia di Mestre, da  anni è una voce autorevole e confeziona ricerche statistiche molto seguite sul tessuto economico italiano. Una burocrazia inefficiente e incapace rappresenta un grande ostacolo allo sviluppo, soprattutto in relazione al superamento della crisi dovuta all'azione combinata fra Pandemia e guerra in Ucraina attraverso la corretta gestione dei fondi del PNRR. L'italia è fra gli ultimi posti fra gli stati Europei e la Calabria è al 207° posto fra le 207 regioni europee  che compongono i 27 paesi dell'Unione Europea. Uno squallore senza fine, un dramma dovuto al "Sistema" delle raccomandazioni sulle quali si basa il voto di scambio che consente l'elezione dei peggiori. Un cane che si morde la coda. Un "Sistema" che in Calabria produce solo record negativi e che costringe i giovani ad andarsene altrove. E nonostante ciò i calabresi rimangono ancora ancorati alla cultura della raccomandazione, dal comparaggio, del voto di scambio. Una cultura che non sarà mai sconfitta e che destinerà la Calabria ad essere sempre l'ultima. Nei secoli dei secoli. Amen

Redazione

Editoriale del Direttore