Nelle elezioni del marzo 2018, sembra essere passato un secolo, il Movimento 5 Stelle sbancò nelle urne con un fantastico 32,8% a livello nazionale, mentre in Calabria giunse addirittura alla fantasmagorica percentuale del 43,4% che determinò l'elezione di ben 12 deputati e 6 senatori.
Una truppa di ben 18 parlamentari. Neanche ai tempi d'oro della Dc si era mai giunti a cifre così alte per un partito o movimento. Oggi nell'azione combinata del ridimensionamento del numero di parlamentari voluto dallo stesso Movimento 5 Stelle e che destina alla Calabria un totale di 18 fra deputati e senatori e considerato il calo del movimento, dei 18 parlamentari uscenti al massimo i 5 Stelle ne potranno eleggere, nell'ipotesi migliore, non più di quattro. Quindi almeno 14 parlamentari su 18 ritorneranno a casa. Difficilmente i calabresi, per gran parte di loro ne ricorderanno le gesta e i nomi non avendo lasciato alcuna impronta del loro passaggio in Parlamento. L'ultimo sondaggio Swg per la 7 affida al Movimento dei grillini a livello nazionale il 12,8% mentre a livello regionale sembra che il gradimento dell'elettorale dovrebbe aggirarsi intorno al 15%. Una distanza siderale rispetto al 43,4% del 2018. UN patrimonio elettorale disperso e frantumato in 4 anni di giravolte e contraddizioni continue. Manca ancora un anno per le prossime elezioni del marzo 2023. Difficilmente il Movimento 5 Stelle potrà recuperare credibilità. A pesare la metamorfosi di un movimento che voleva aprire il Parlamento come una «scatola di tonno» e che si è rilevato essere un partito di potere pronto ad allearsi finanche con l'odiatissimo Berlusconi pur di rimanere aggrappato alle poltrone, rimangiando anni di "vaffa" e di proteste. Nella guerra infinita fra Di Maio e Conte è dovuto intervenire il fondatore, Beppe Grillo. Sarà interessante osservare cosa accadrà in questo anno che ci separa dalle elezioni politiche. Nel frattempo in Calabria della gran parte della deputazione grillina non si ha notizia.
