Come era ampiamente prevedibile ed in nome degli inciuci che da sempre hanno caratterizzato la vita della Regione Calabria con maggioranze e false opposizioni anche questa volta in barba ai tanti annunci e alle tante pontificazioni di cambiamento, di Calabria che non ti aspetti, e di rivoluzioni copernicane promesse ai quattro venti dal Governatore Roberto Occhiuto, il gruppo di minoranza espressione del Polo civico di Luigi De Magistris che ha eletto solo due consiglieri regionali nonostante i 130.000 voti ottenuti, è rimasto fuori da ogni assegnazione di cariche istituzionali che dovrebbero spettare alle minoranze.
E su tale accadimento che dimostra che nulla è cambiato interviene il consigliere regionale Ferdinando Laghi. "Il gruppo de Magistris presidente è stato escluso - afferma il consigliere Laghi - dall’assegnazione delle cariche istituzionali che, secondo regolamento, toccavano alla minoranza del nuovo Consiglio regionale. L'avvio della legislatura consiliare segna, quindi, la conferma di una contagiosa avversione verso i princìpi e le regole della cultura democratica. Di fatto, in Consiglio è stato dolosamente ignorato il voto di ben 130mila elettori al nostro Polo civico. Sono un male evidente l’autoreferenzialità del centrodestra, le manovre di potere del Pd e le prime tracce di consociativismo politico emerse nella seduta consiliare di insediamento, cioè il totale dei voti con cui sono stati eletti Mancuso presidente e Alecci segretario questore del Consiglio". "Soprattutto dal Pd ci aspettavamo una maturità politica, specie in questa fase segnata da una spaventosa crisi economica, dal Covid, dalla mancanza di diritti e servizi fondamentali, dalla pervasività della ’ndrangheta e dal bisogno di ricostruire la Calabria partendo dal rispetto degli equilibri democratici nelle sedi istituzionali. Invece il Partito democratico ha puntato dritto alle poltrone, strizzando l'occhio al centrodestra, che a sua volta ha ricambiato. Con questi presupposti, non credo che sia facile avviare un dialogo aperto e costruttivo per risolvere i problemi urgenti della Calabria. Di certo dalle prime battute del Consiglio regionale traspare la nostra collocazione autonoma, la nostra distanza dagli accordi di palazzo e la nostra volontà - conclude Ferdinando Laghi - di denunciare e sconfiggere quelle logiche spartitorie che hanno concorso ad alimentare il declino politico, culturale, sociale ed economico della regione, l'emigrazione di massa e l'astensionismo degli elettori".