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Mancano solo 20 giorni al 3 e 4 ottobre, date nelle quali i calabresi saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Consiglio Regionale ed il Governatore. Si è quindi nel vivo della campagna elettorale. E della campagna elettorale ne discutiamo con Maria Grazia Cianciulli, già dirigente del Liceo Classico di Belvedere, protagonista di mille battaglie per la legalità e da sempre impeganat sul sociale, candidata alle Regione Calabria nella lista De Magistris Presidente.

Prof.ssa Maria Grazia Cianciulli, perché ha deciso di scendere in campo?

Dopo aver detto no per 30 anni ad ogni proposta di candidatura, assistendo da anni allo scempio perpetrato ai danni di questa terra e dei suoi giovani, non potevo più tirarmi indietro. Questa volta me lo hanno chiesto “i miei ragazzi”, i tanti studenti ai quali in 35 anni di professione ho dedicato ogni mia energia nella scuola. E’ per dare voce alle loro istanze, ai loro bisogni e al loro grido di protesta, alla loro voglia di poter vivere nella loro terra senza abbandonarla, che ho accettato di cimentarmi in questa ennesima missione in questa regione che merita una nuova e degna classe politica che riporti dignità, legalità e giustizia sociale in Calabria. Non è più possibile assistere inermi a questo sfacelo.

La sua decisione le fa onore e corona una professione costellata di successi professionali. Quanto le è costato rinunciare al suo lavoro di dirigente scolastico?

Chiunque mi conosca sa con quanta passione e dedizione io abbia svolto la mia professione al servizio delle comunità dell'alto Tirreno cosentino, e quanti traguardi siano stati raggiunti dai nostri studenti grazie ad un sapiente lavoro di investimento in qualità e organizzazione della didattica. Dal 2018 il liceo classico di Belvedere è il migliore della regione Calabria e Basilicata (classifica Eduscopio – Fondazione Giovanni Agnelli), questa è stata una scommessa fatta con tutte le persone che mi hanno affiancata in questi anni e vinta grazie ad un meticoloso lavoro sinergico con docenti, personale, famiglie e terzo settore. Oggi scommetto sul futuro della Calabria, perché diventerà economia trainante per l'intera nazione quando riusciremo a mandare via un po’ di colletti bianchi, massomafiosi e politici incompetenti che l'hanno distrutta, svenduta, prostrata e vilipesa. Dopo aver denunciato uffici gerarchicamente sovraordinati per poter svolgere il mio lavoro, dopo aver combattuto contro la burocrazia per ottenere la “normale amministrazione”, dopo aver segnalato all'ispettorato della funzione pubblica disfunzioni e comportamenti illegittimi anche di direzioni ministeriali, dopo aver segnalato alla procura della corte dei conti mancati pagamenti da parte della regione per 170mila euro (attesi dal 2007), dopo aver fatto denunce alla DDA, Procura, Commissione parlamentare antimafia ecc, ho capito che non si può andare avanti così, che è giunto il momento di ribellarsi. E per questo che ho scelto lo slogan #larivoltadeglionesti. Per dedicarmi a tempo pieno a questa battaglia ho dovuto, a malincuore, mettermi in prepensionamento, con grande penalizzazione economica. Ma, l'importanza di questa missione merita questo grande sacrificio. Ogni calabrese onesto dovrebbe sentire propria questa battaglia e sacrificare un po’ di se stesso per il bene della comunità, prima che sia troppo tardi.

Il fine nobile è sicuramente una potente motivazione per questa scelta ma perché proprio de Magistris?

De Magistris è una persona al di sopra di ogni sospetto. Mi identifico in lui perché ha dato prova nella sua vita di avere coraggio, di essere incorruttibile, tenace, competente. Ha dimostrato di avere voglia di riprendere il discorso interrotto in Calabria tanti anni fa quando il “sistema Palamara” gli sottrasse il processo Why Not distruggendolo professionalmente con un accanimento feroce a tutela dei potentati messi a rischio da questo giovane magistrato. De Magistris ha scelto la Calabria, terra dove ha sempre villeggiato sin da bambino. Ha sposato una calabrese, suo figlio è nato in Calabria, ama questa terra sicuramente più di tanti calabresi che, senza scrupoli, l'hanno condotta in questo baratro. Io come lui ho scelto di essere calabrese 30 anni fa ed il mio amore per questa terra è cresciuto negli anni così come l’indignazione nell’assistere al suo progressivo degrado.

Redazione

Editoriale del Direttore