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Chi l'avrebbe mai detto che Matteo Salvini, lontano mille miglia dalla cultura garantista socialista, un giorno avrebbe riproposto con i radicali la raccolta delle firme per il referendum sulla responsabilità civile dei giudici.

Quella raccolta di firme che il partito socialista organizzò con i radicali di Marco Pannella nelle piazze delle città italiane con i gazebo nel lontano 1987. Referendum che si tenne l'8 novembre 1987 e nel quale gli italiani votarono in massa per la responsabilità civile dei giudici. Poi la norma abrogativa imposta con il referendum venne neutralizzata da una nuova legge voluta dal Pci e dalla sinistra Dc che annullò gli effetti del referendum e che preservò il potere sconfinato della magistratura che divenne, qualche anno più tardi, nel 1992, il cardine di tangentopoli guidato sempre dal vecchio Pci per distruggere la Prima Repubblica. Anche se poi con l'avvento del berlusconismo il disegno egemonico del vecchio Pci non si concretizzò. Chi scrive nel 1987 da giovane componente della direzione nazionale dei giovani socialisti partecipò con entusiasmo alla raccolta delle firme per il referendum abrogativo che ristabiliva la responsabilità civile dei magistrati. Oggi, a distanza di ben 34 anni, una battaglia sacrosanta viene addirittura cavalcata da Matteo Salvini, padre padrone dell'unico partito stalinista d'Italia dove a comandare è solo lo stesso Salvini e dove pena l'espulsione non è consentita nessuna digressione rispetto alla venerazione del "Capitano", torna nelle piazze d'Italia con un partito radicale che, organo di Marco Pannella, è oramai l'ombra di se stesso.  La raccolta firme inizierà in tutta Italia il 2 luglio. "Sono sei i quesiti referendari che il 3 giugno presenteremo in Cassazione: responsabilità civile dei giudici, separazione delle carriere dei magistrati, custodia cautelare, abrogazione della legge Severino, abolizione della raccolta firme per le liste magistrati, voto per i membri non togati dei consigli giudiziari - afferma Irene Testa, tesoriere del Partito Radicale - e ringrazio Matteo Salvini per collaborazione questo obiettivo comune, anche se molte cose ci dividono". I referendum sulla giustizia cadono in un momento storico dove la fiducia verso la magistratura è al minimo storico e dove l'esito degli stessi è già scontato come lo era già nel 1987, anche se allora il quadro politico in piena Prima Repubblica, era ben diverso da quello di oggi. Corsi e ricorsi storici, un tempo Craxi e la Prima Repubblica, oggi Matteo Salvini e la tragedia della Seconda Repubblica. Una fotografia ed un raffronto che ben delinea il degrado e la decadenza dell'oggi.

(Foto: Fonte "Larepubblica.it")

Redazione


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