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Finora i soli ad essere fattivamente impegnati nella campagna elettorale sono Luigi De Magistris, sindaco di Napoli ed ex magistrato, che con la sua presenza ha ravvivato il dibattito politico e Carlo Tansi con il suo movimento "Tesoro Calabria".

Per quel che riguarda i partiti e le varie articolazioni continua a regnare il silenzio più assoluto. Eppure mancano solo 39 giorni al 12 marzo, che è il giorno di scadenza della presentazione delle liste per poi andare al voto previsto per il prossimo 11 aprile, anche se vi è chi spera in un nuovo rinvio causa Covid. Rinvio francamente più difficile considerando che la competenza è di esclusiva pertinenza del Governo e non più della Regione. Inoltre in tanti si chiedono se le vicende romane, la caduta di Conte, il tentativo di Governo a guida Draghi non possano riflettersi sul piano regionale. Mentre sembra che l'unità del centrodestra sia francamente difficile da scalfire con la sempre più probabile candidatura a Governatore del deputato di Forza Italia, Roberto Occhiuto, che rimane in pole position, nonostante vi sia chi continua a lavorare a Roma come la sindaca di Vibo, Maria Limardo, l'assessore regionale all'agricoltura, Gianluca Gallo o la senatrice Fulvia Caligiuri,con la speranza di poter creare le condizioni di una diversa candidatura magari confidando in un veto della Lega di Salvini che continua a rimanere in silenzio. Sono ben lontani i tempi di quando Matteo Salvini non perdeva occasione di porre veti sul candidato in pectore Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza, magari stimolato da qualche esponente di primo piano della stessa Forza Italia. Ben più complicato il quadro nel centrosinistra con un Pd dilaniato da lotte intestine e odi atavici. Resta in pole position il nome di Nicola Irto, giovane consigliere regionale e, in seconda battuta, del deputato Antonio Viscomi. Rimane il quesito di cosa faranno i pentastellati, divisi al loro interno fra chi vorrebbe essere di supporto alla candidatura di Luigi De Magistris e di chi spera in una candidatura di qualche esponente calabrese di primo piano del movimento. Non è dato sapere ancora cosa abbiano deciso con le "Regionarie" i militanti attivisti. Uno scenario certamente variegato e sempre più lontano dalle terribili ed irrisolte problematiche di una terra oramai allo stremo per la quale la Pandemia ha posto in risalto anche sul piano nazionale le tante criticità mai affrontate da una classe politica micidiale e deleteria. Dalla sanità, alla cronica mancanza di lavoro, al continuo calo demografico, alle migliaia e migliaia di giovani che ogni anno abbandonano la nostra sventurata terra. La forte crisi economica in atto, lo sconforto dei calabresi si tradurrà in qualche sorpresa nelle urne o i soliti professionisti della politica, i soliti carnefici dei calabresi, i soliti ed inamovibili trafficanti di voti scambio, di favori, di intrallazzi, di collusioni con la 'ndrangheta, di gestori del potere e del bisogno all'interno di un quadro generale di cultura dell'illegalità e dell'intrallazzo che configura vincente e uomo di potere chi delinque e traffica, condurrà i calabresi, come sempre è avvenuto da decenni, a rivotare i propri carnefici e coloro i quali hanno costretto i le nuove generazioni ad andarsene? Chi vivrà, vedrà. Le urne daranno le risposte. E finora le urne hanno sempre dato ragione a chi ha inteso la politica come la formula vincente, per arricchirsi, per gestire il potere, per distruggere la sanità pubblica per avvantaggiare quella privata, per delinquere ed avere il potere per sempre, addirittura per poterlo tramandare da padre in figlio.

Redazione

Editoriale del Direttore