“Guerra normativa e il futuro delle nazioni” è il titolo del seminario tenuto da Solange Manfredi, saggista e giurista, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
( nella foto di apertura la saggista e giurista Solange Manfredi )
Solange Manfredi ha iniziato la riflessione ricordando che, quando si vuole attaccare il potere precostituito, bisogna sempre impadronirsi della produzione normativa.
Il diritto è tutt’altro che una scienza neutra: è lo strumento principe per il controllo di qualsiasi società.
Bisogna porre attenzione a ciò che il diritto regola, ma anche a cosa decide di non regolare: perché il diritto che ‘non interviene’, considera permesso e lecito ciò che accade.
La docente ha proseguito ponendo all’attenzione due casi empirici di guerra normativa: la guerra per la “risorsa Acqua” e il concetto di “Legittime Aspettative”.
Ormai da decenni, gli stati e i grandi investitori privati hanno bene a mente che l’Acqua sarà una risorsa sempre più scarsa.
In tutto il mondo però, nonostante i rapporti dell’ONU raccomandino, per la miglior tutela della risorsa, di affidare la gestione idrica alle comunità territoriali, si è andati verso la privatizzazione attuta, in Italia, attraverso decreti legge.
Emblematico è il caso italiano dell’E.I.P.L.I., ente statale che gestiva l’approvvigionamento idrico per tutto il Sud Italia.
Nel 2011 il Governo Monti dispose in finanziaria la chiusura degli Enti c.d. inutili, comprendendovi l’EIPLI, disponendone la soppressione e la liquidazione.
Nel 2019, Il Governo Conte, con il c.d. “decreto crescita”, all’art. 24 si impone la costituzione di una SpA che si sostituisca nelle funzioni. Il che avviene con il decreto siccità (aprile 2023) che prevede la costituzione di una società acque del sud con ingresso dei privati al 30%
Particolare rilevante, comune a tutte le guerre normative a lungo termine, è legiferare per decreti, azzerando il dibattito assembleare.
Il Paese che sembra uscirne vittorioso da questa guerra è la Francia, che grazie alla società Veolia Environment, controlla gran parte delle risorse idriche internazionali.
Questa situazione non è assolutamente innocua in quanto, da un lato affida la gestione di risorse fondamentali a pochi ricchi; dall’altro, favorisce l’infiltrazione della criminalità organizzata, dandole un controllo assoluto sui territori.
Nello spiegare il concetto di legittima aspettativa, la docente ha prima spiegato che, sulla base di un accordo commerciale o di investimento (clausola per la risoluzione delle controversie investitore-Stato) un investitore straniero può presentare reclamo se ritiene che una legge emanata dal governo leda le sue “legittime aspettative”.
A seguito del reclamo viene istituito un lodo arbitrale (c.d. Tribunale aziendale) in cui gli arbitri sono specialisti in diritto arbitrale degli investimenti ma, spesso, estranei ad altre aree del diritto internazionale.
Questo perché il lodo si occupa solo degli obblighi nei confronti degli investitori creati nell'accordo commerciale o di investimento.
Di niente altro. Il concetto che diritti, principi, leggi nazionali o internazionali debbano venire al di sopra dell’accordo/ trattato sugli investimenti viene respinta da questi c.d. “tribunali aziendali”, in quanto non fanno parte dell’oggetto di causa né, sempre per gli stessi motivi, si cerca di bilanciare l’interesse pubblico e privato.
Ne consegue una totale ignoranza e disapplicazione del diritto pubblico. Spesso, poi, il quantum del risarcimento è estremamente elevato perché le società possono richiedere non solo il denaro speso, o il valore del loro investimento, ma anche un risarcimento per le aspettative future di profitto (legittime aspettative).
Un caso recente che riguarda l’Italia si ha avuto quando la Rockhopper, una compagnia britannica di combustibili fossili, ha citato in giudizio l'Italia per il divieto di esplorazione entro 12 miglia dalla costa (si tratta del giacimento petrolifero di Ombrina Mare in Abruzzo).
La società britannica ha vinto il lodo e l’Italia è stata condannata a pagare 210 milioni di sterline, a fronte di un investimento di 33 milioni di sterline che la Rockhopper aveva investito nel progetto.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza Achmea (C-284/16 del 6 marzo 2018) ha finalmente stabilito che il meccanismo la risoluzione delle controversie investitore-Stato non è compatibile con il diritto dell'UE, e, per la Corte Internazionale di Giustizia, non è compatibile neanche con il diritto internazionale (Bolivia vs Caso Cile del il 1° ottobre 2018)
A seguito della sentenza Achmea e le numerose problematiche sorte, si è iniziato a parlare di riforma del meccanismo la risoluzione delle controversie investitore-Stato con proposte che si concentrano sull'ampiezza delle aspettative tutelate da questi tribunali aziendali.
Ma il problema è un altro.
Come evidenzia correttamente Katharina Pistor, è avvenuto un cambio fondamentale di potere: consentire agli investitori internazionali di convertire le loro aspettative economiche in diritti che né nel diritto europeo, né nel diritto internazionale tutelano.
E non la tutelano perché, se da un alto la certezza è considerata universalmente vantaggiosa, e lo è, come non vedere che questa regola generale per la protezione di tale certezza, accordata ad alcuni gruppi e non ad altri, e che quindi avvantaggia alcuni gruppi e non altri, rappresenta un privilegio?
La tutela delle legittime aspettative solo per alcuni significa tutelare un privilegio, non un diritto.
Le legittime aspettative, dunque, non sono altro che un privilegio inventato da ricchissimi investitori, antidemocratico e asimmetrico ai danni degli stati.
Manfredi ha quindi affermato con forza la necessità di un apparato di intelligence specializzato nella guerra normativa, necessario per difendere la sovranità della Nazione.
Ha criticato l’attuale formazione dei giuristi in particolare e dei professionisti in generale, manifestando non poche preoccupazioni per l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale in campo normativo.
Citando il mito di Icaro, la docente ha infine lanciato una forte provocazione, più che mai concreta: non dare abilità tecniche a uomini non consapevoli perché non adeguatamente formati.
Redazione