“La guerra normativa: questa sconosciuta?” è il titolo della lezione tenuta dalla giurista, saggista e dirigente della Società italiana di Intelligence Solange Manfredi, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria diretto da Mario Caligiuri.
Manfredi ha esordito enunciando la definizione di guerra normativa, intesa come “una tecnica che usa la legge per raggiungere vari obiettivi di carattere politico, militare, economico, finanziario”, la quale si sostanzia in un uso strumentale e strategico di mezzi legali che consentono di manipolare la legge per poi raggiungere scopi diversi da quelli per cui è stata creata.
Si è affermata, dunque, l’importanza della legge quale strumento regolatore delle società e di tutti i loro processi, perché la legge crea uguaglianza e diseguaglianza, negoziando le posizioni di ogni cosa nel mondo e, come ricorda Gustavo Zagrebelsky, “è lo strumento per tutte le avventure di potere”.
Il Prof. Unical, Mario Caligiuri
Manfredi ha, inoltre, spiegato come la guerra normativa si combatta da sempre, in tutti i momenti storici, e come ciò avvenga con maggiore intensità in quei periodi in cui si affronta una profonda mutazione della realtà sociale ed economica.
È in questi momenti di transizione che c’è necessita di un aggiornamento del diritto per colmare quei vuoti normativi che emergono ad ogni globalizzazione.
E sempre in questi momenti si approfitta della debolezza del diritto per potersene appropriare e avere il dominio del pensiero giuridico quale strumento di controllo e potere che modella e trasforma anche le relazioni internazionali.
In ogni epoca la guerra normativa ha quali protagonisti i poteri di quel momento storico. Oggi gli attori sono certamente gli enti statali e non, i governi nazionali, gli Stati e, in particolare modo, le multinazionali.
La docente ha poi delineato le tre declinazioni della guerra normativa che può essere a breve termine, a medio termine e a lungo termine, aprendo così una finestra sulle attuali e più importanti sfide globali quali appunto la guerra per il litio (cosiddetto “oro bianco”).
La trattazione del concetto di guerra a medio termine ha rappresentato, ancora, l’occasione per approfondire la guerra normativa sull’abuso delle leggi extraterritoriali, un fenomeno oggi molto frequente e che vede particolarmente coinvolti gli Stati Uniti e il loro sistema giudiziario.
La lezione si è successivamente incentrata sullo strumento dei Tribunali aziendali ovvero “lodi arbitrali privati che vengono istituiti a seguito di un reclamo presentato da un investitore straniero contro uno Stato, a causa di un’azione, un provvedimento o una legge di governo che danneggiano le sue legittime aspettative”.
Da ciò è emerso come il campo del diritto sia, ormai, stato abbandonato da chi poteva gestirlo e amministrarlo in modo ragionevole e responsabile e sia divenuto invece uno strumento al servizio dei privati, delle multinazionali e dei loro avvocati d’affari che agiscono unicamente quali tutori delle legittime aspettative dei propri clienti, portando così all’affermazione di un diritto fondato solo sui privilegi.
Una situazione che esperti come Katharina Pistor ritengono il frutto di una vera e propria strategia di elusione dei Tribunali statali posta in essere da quel potere privato rappresentato dagli Avvocati d’affari di oggi e dalle multinazionali.
Infine, Manfredi ha dichiarato come la guerra normativa più pericolosa e devastante in assoluto sia quella a lungo termine.
Questa consiste nell’applicazione di protocolli tesi a produrre una colonizzazione normativa attuata per mezzo di attacchi multilivello e dunque di livello culturale, comunicativo, politico, normativo ed istituzionale.
Si tratta - secondo la docente - di vere e proprie operazioni di intelligence finalizzate a promuovere il proprio modello giuridico e assolutamente necessarie per potersi garantire il dominio e poterlo mantenere a lungo.
La lezione si è conclusa con una osservazione sulla scarsa attenzione prestata negli anni alla guerra normativa e sul sostanziale abbandono di un settore strategico come il diritto che ha permesso ai nuovi poteri privati, privi di legittimazione democratica, di poter produrre norme assolutamente indipendenti dagli Stati e dalla loro politica.
Di fronte a tali aspetti proprio l’intelligence acquista rilievo e diviene di primaria utilità la costituzione di strutture specializzate in intelligence giuridica e perciò volte a prevenire i rischi e a gestire le crisi derivanti da queste preoccupanti un situazioni.
Redazione