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Molti i testi nei quali si racconta la vita politica, culturale ed umana di un grande personaggio della Prima Repubblica, Giacomo Mancini, ma il libro che il giornalista e scrittore, Paride Leporace, ha dedicato al ricordo del grande politico calabrese, "Giacomo Mancini - un avvocato del Sud" edito da Luigi Pellegrini Editore ha delle peculiarità che meritano di essere evidenziate.
 
Il testo si legge d'un fiato, Avvincente e coinvolgente. Un pamphlet di poco più di 100 pagine che non vuole essere esaustivo sulla vita e le opere di un personaggio del livello di Giacomo Mancini (occorrerebbe in tal caso una collezione di volumi), ma delinea in modo scorrevole i momenti salienti della vita dell'unico vero Statista che la Calabria può vantare.
 
Paride Leporace pone in risalto il suo attaccamento alla sua città, Cosenza, la sua calabresità ed il suo impegno per la questione meridionale. Pone in risalto il suo essere "un avvocato del Sud".
 
Altro aspetto positivo è l'averlo ricordato in occasione del ventennale della sua scomparsa ( 2002- 2022) consentendo soprattutto alle nuove generazioni di poter leggere senza sforzo alcuno un bel testo che possa fargli conoscere un politico ed un uomo di cultura che tanto ha fatto per la sua terra e che tanto ha pesato sul piano regionale e nazionale.
 
Rappresentando tutta la storia della sinistra e della politica della Prima Repubblica avendo svolto il ruolo di deputato dall'età di 32 anni, quando venne eletto per la prima volta nel 1948 nella Prima legislatura della nostra Repubblica sino al 1992, l'anno della fine della Prima Repubblica, per ben dieci legislature e per ben 44 anni in Parlamento.
 
Nel libro di Paride Leporace non poche le primizie dell'uomo Mancini, oltre che del politico. Il suo rapporto strettissimo con il padre Pietro, deputato della Costituente, la sua storia da partigiano che lo stesso Mancini non ha mai sbandierato come hanno fatto in tanti altri, la sua storia da dirigente socialista giungendo il 23 aprile 1970 ad essere eletto segretario nazionale del vecchio e glorioso Psi. "La prima volta di un calabrese in un grande partito di massa del novecento" come ha scritto Paride Leporace.
 
E negli anni '70 Giacomo Mancini fu senza ombra di dubbio il politico più influente del Paese, sperimentando per primo in assoluto, quel modello di politica e di vita che lo vide molto attento al ruolo dell'informazione. Volle fortemente la nascita del primo quotidiano tutto calabrese, "Il Giornale di Calabria" con sede a Piano Lago nel suo amato Savuto. La famiglia di Giacomo Mancini era originaria di Malito.
 
Sede del Giornale di Calabria a Piano Lago negli anni '70
 
Leggendaria la sua casa dell'Aria Rossa a Malito dove negli anni '70 giunsero per incontrarlo tantissimi personaggi nazionali del mondo dell'editoria, della politica, dell'economia e della cultura.
 
Paride Leporace nel suo libro ricorda il Mancini Ministro della Sanità con il vaccino Sabin che Mancini volle a tutti i costi, il Mancini Ministro dei Lavori pubblici con l'autostrada Sa - RC, il Mancini oggetto della campagna del Candido, campagna prezzolata per tentare di ridimensionarne il peso politico, il Mancini garantista e vicino alle posizioni libertarie dei giovani degli anni '70.
 
Non manca una breve ma efficace sintesi del rapporto spesso conflittuale ma denso di rispetto fra due giganti del socialismo italiano, Bettino Craxi e lo stesso Giacomo Mancini che ne fù l'artefice nella elezione di segretario nazionale nella famosa notte del Midas a Roma il 16 luglio 1976.
 
Nella notte tra il 15 e il 16 luglio, il Comitato Centrale del Psi elesse, a scrutinio segreto, la nuova Direzione del Partito, cui spettava statutariamente l'elezione del nuovo segretario nazionale. Essa risulto' composta di 31 membri.
 
Inizialmente emersero tre possibili candidature: quelle di Enrico Manca, di Antonio Giolitti e di Bettino Craxi. Quella di Manca non poté decollare, perché sembro' inopportuno sostituire De Martino con chi gli era stato piú vicino; quella di Giolitti, invano sostenuta da Riccardo Lombardi, trovo' ostacoli insormontabili nel suo presunto carattere distaccato e lontano dagli umori della base.
 
L'impulso a scegliere Craxi partí principalmente da Giacomo Mancini. Il 16 luglio 1976 Bettino Craxi fu eletto segretario nazionale con 23 voti a favore e 8 astensioni.
 
 
Giacomo Mancini con Bettino Craxi il 15 luglio 1976 all'ingresso dell'Hotel Midas a Roma. il giorno dopo Craxi verrà eletto segretario
 
 
Per tale scelta Mancini venne chiamato "Craxi Driver" in quell'occasione utilizzando il titolo di un film in quel periodo di gran successo "Taxi Driver" con Robert De Niro. Il rapporto fra Mancini e Craxi segnò, fra alti e bassi, alcuni momenti storici del nostro Paese.
 
Leporace ricorda le dichiarazioni di Mancini del 18 novembre 1992 al pool di Mani Pulite a Milano su sistema di finanziamento del Psi. 
 
 
Infine Paride Leporace, descrive anche la parte finale della vita politica di Giacomo Mancini, quella della scelta di fare il Sindaco della sua amata città nel 1993 e la battaglia che da vero Leone combattè contro l'infamante accusa di contiguità mafiosa ordita da quel manipolo di giustizialista che vollero neutralizzare la storia del Psi con un golpe giudiziario che passò alla storia con il nome di "tangentopoli". 
 
Un bel libro, quello di Paride Leporace, che, soprattutto indirizzato alle nuove generazioni, è bello da leggere e merita ampiamente il grande successo che ha registrato con numerosissime presentazioni che hanno anche fornito l'occasione di dimostrare che ancora oggi, a ben venti anni di distanza dalla scomparsa di Giacomo Mancini, i calabresi non lo hanno mai dimenticato e mai lo dimenticheranno.
 
Gianfranco Bonofiglio

Editoriale del Direttore