I docenti titolari di cattedra di tutti gli ordini e grado, in Italia sono 836.496 compreso i 152.521 insegnanti di sostegno ( dato a.s. 2020 - 2021 con un totale di 7.507.484 studenti). Se si aggiungono i 258.867 che formano il personale Ata si arriva a 1.095.343 dipendenti del mondo della scuola su 3.212.450 dipendenti pubblici totali nel Paese. Quindi un terzo di tutti gli impiegati pubblici d'Italia operano nel mondo della scuola. Ritornando ai docenti circa l'82% di tutti i docenti che insegnano nelle scuole sono di origine meridionale (dato Fondazione Agnelli). Ma il dato più incredibile è quello che fra i circa 686.000 docenti meridionali, oltre 185.000 sono calabresi.
Che sul dato nazionale vuol dire che su 100 docenti in Italia, ben 22 sono nati in Calabria. E tantissimi sono gli insegnanti che ancora oggi ogni anno partono dalla Calabria per andare ad insegnare nelle città del Nord. Vi sono scuole a Milano, Brescia, Bergamo e altre città lombarde dove i docenti calabri sono oltre la metà dell'intero organico. Oggi un popolo di emigranti / docenti. In passato un popolo di emigranti - operai come in Fiat a Torino negli anni '60. Un tempo con la valigia di cartone sul treno della speranza. Oggi con la valigetta con la pergamena di laurea. Inoltre deve essere anche considerato che l'età media della classe docente italiana è di ben 54 anni, la più alta d'Europa. Fra l'altro oramai l'età media nella quale si entra di ruolo, quindi nell'organico a tempo indeterminato, è salita a ben 40 anni. Anche questa in assoluto l'età più alta non solo in Europa ma nell'intero globo terrestre. Anche la composizione della classe docente è quindi il frutto di un Paese che da decenni cammina a due velocità I meridionali senza lavoro e senza alcuna opportunità studiano, si laureano e vanno poi a fare gli insegnanti con uno stipendio da fame che è offensivo per la dignità di un professionista mentre i giovani nati al nord possono sfruttare le tante opportunità che il Nord offre con stipendi ovviamente ben più remunerati. Un vero fenomeno demografico che nel tempo ha assunto dimensioni enormi. Al Sud gli alunni diminuiscono anno per anno per il consistente calo demografico che si accompagna ad una natalità quasi a zero e alla continua emigrazione di giovani che dal Sud vanno al Nord e all'estero. Basti citare i dati di ben 500.000 studenti in meno al sud negli ultimi 15 anni, mente al Nord la popolazione studentesca nello stesso periodo è aumentata del 15%.
"Al Sud per di più – si legge in una ricerca di Tuttoscuola – per motivi sociali il pubblico impiego in generale e la scuola in particolare rappresentano, soprattutto per le donne ( il 78% dell'intera classe docente, circa 650.000), opzioni inevitabilmente prioritarie, complice soprattutto l'alto livello di disoccupazione. Tanto che anche tra gli ultimi insegnanti entrati nei ruoli statali nell'ultima immissione otto docenti su dieci sono meridionali".
Redazione