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Proseguiamo nella pubblicazione dei saggi letterari a cura del Prof. emerito, poeta e scrittore, Francesco Vetere,  che, come sempre, si caratterizzano per il loro interesse letterario e non solo. Il Prof.Francesco  Vetere ci allieta con la pubblicazione di una saggio in prosa narrativa dedicata all'importante figura sempre attuale di Marco Tullio Cicerone. Ne pubblichiamo, dopo aver pubblicato la prima parte, la seconda ed ultima parte.


"Politicamente attivo, Cicerone entra con sagacia e avvedutezza nell'agone partitico, individuando nell'amico Pompeo l'uomo a cui bisogna conferire il supremo comando nella guerra contro il  temibilissimo Mitridate re del Ponto. L' amicizia con Pompeo non è solo afferibile a stima e simpatia verso l'ambizioso personaggio, ma trova sostegno la tesi  che Egli, non sentendosi sicuro per la sua attività forense, per lo più volta alla difesa di cives ottimati, si affida alla protettrice ala del capo di questi. Popolarità e rispetto lo investono massivamente allorquando si rende promotore di sostenere aspra accusa contro Catilina, pericoloso attentatore della democrazia romana. Ma, il vittorioso confronto si ritorce contro di Lui perché le spietate  ragioni della politica, praticate nel primo Triumvirato, lo vedono inevitabilmente soccombere ad un inaspettato destino che ha solo l'esilio come umano e sociale epilogo. La sua amarezza non viene però lenita dalla magnificenza delle sue orazioni, compatte e granitiche nella loro struttura discorsiva, arricchite da ampio respiro di giusta umanità, a cui fa da corollario una straordinaria architettura lessicale. L'accorata stasi esistenziale, evidenziata nella sua deminutio capitis politica, non ferma la sua produzione letteraria, concentrata nella stesura del "De oratore" e del "De republica". Qui Egli manifesta non livore contro i suoi detrattori ma forte delusione per non essere più protagonista della vita pubblica, e per questo affida il suo dolore alla sua carismatica eloquenza, declamata in forma dialogica. Lunghi brani, eccellenti dal punto di vista lessicale e sintattico, non   hanno però vivida anima nei personaggi, pur rappresentando massima espressione di letterarietà di stile asiano.  La "Maieutica" di matrice socratica affascina sia Platone che Cicerone, ma questi, pur esprimendo grande forza di dialogo nei protagonisti, non raggiunge l'altezza degli scritti platonici, perché viene anche condizionato dagli esercizi verbali dello Stagirita. Il "Somnium Scipionis" è lo splendido epilogo dei tomi del "De republica", dove da un fantasioso convivio emerge la figura di Scipione, mecenate e raffinato politico che esalta il modello repubblicano romano contro l'utopia comunista di Platone. Ogni forma di costituzionale governo deve essere sovrintesa da un sistema monocratico sotto guida di un Princeps illuminato, che possa razionalmente equilibrare le diverse istanze dei ceti sociali. Lo spettro della guerra civile fra i due grandi personaggi diviene cruda realtà, nonostante Cicerone tenti accorata mediazione che però infligge alla sua caduca psiche un terribile scoramento paventando una possibile dittatura cesariana.  Si percepisce velatamente che la sua partecipazione alla fazione pompeiana lo induce a concentrarsi sulla figura di Pompeo, futuro antagonista di Cesare. Forte delusione lo pervade allorquando cadono i suoi sogni di collaborazione con Cesare vincitore, quest'ultimo ormai proteso verso una sua apoteosi politica attraverso l'instaurazione di una illuminata dittatura. Inevitabile è il suo ritiro da ogni attività politica, aggravato da forti crisi familiari, ma che non gli impediscono di continuare l'attività forense, difendendo con severa autocritica ma anche con richiesta di benevolenza verso gli imputati di antica fede pompeiana. La Retorica ciceroniana si arricchisce di tre significative opere, ognuna delle quali evidenzia un nuovo modo di dilettare attraverso nuovo ritmo del periodare, rifiutando l'artificiosità dello stile atticista e contrapponendo la genuina e musicale armonia latina. Il pensiero greco, alla luce della sua mentalità eclettica, può uniformarsi o fondersi con il pensare romano in modo che non si discosti dalla nuova istanza spirituale di una humanitas che guidi la azioni umane. La filosofia non può rimanere estranea ad un grande uomo di cultura come Cicerone, che riversa tutta la sua attenzione alla misteriosa problematica della Conoscenza ,vista sotto il profilo etico e sulla definizione del Sommo bene. Il tema della Felicità nasce da posizione socratica ed aristotelica, rifuggendo quella di matrice epicurea, per cui Egli ritiene che la vita non  può essere condizionata dal dolore e dalla morte ma deve credere in una migliore aspettativa che solo il pensiero di un'anima non mortale potrebbe dare. L'esaltazione del legame amicale dimostra come il nesso indissolubile dell'amicizia deve essere esempio da elevare a sacrario dei rapporti umani.  Il piacere della vecchiaia viene sublimato da immortali pagine dedicate a Catone, in cui il ricordo di un passato rivive con splendidi toni poetici di cui la senescenza se ne bea. La disciplina dei doveri è il primo principio etico a cui si deve appoggiare l'uomo, rendendo la sua vita il frutto di doverose azioni che non devono essere contaminate da atteggiamenti prevaricatori. Qui inizia il crepuscolo ciceroniano, con l'ultimo canto del cigno nella diatriba filippica contro Antonio, luogotenente cesariano, che segnerà un' immeritata e cruenta fine di Cicerone, ma che egli accetta con dignitosa rassegnazione, offrendo il capo ai sicari e rendendo così indegna e turpe l'azione di chi l'ha ordinata,  In conclusione, la prosa ciceroniana è originale per la sua concinnitas, sia per il nesso armonico del suo sintattico fraseggio sia per il musicale ritmo del verso che varia nei toni, proteso alla ricerca della ricerca stilistica".

(Bibliografia: I riferimenti letterari dei due saggi su Cicerone sono stati tratti dalle seguenti: In Verrem, Catilinariae, De oratore, Orator, De republica, Tusculanae disp.,De officiis, Cato major, Epistulae ad...).

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