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Analizzando i dati degli ultimi censimenti Istat al 31.12.2020 si può osservare che i Comuni di Cosenza e di Rende conteggiano insieme 100.958 residenti, per il Comune di Cosenza in 65.197 e per il Comune di Rende in 35.761.

Sono lontani tempi di quando a Cosenza nel 1980 la sola Cosenza conteggiava circa 110.000 abitanti. Inoltre ai 100.958 residenti vanno sottratti coloro i quali conservano la residenza a Rende e Cosenza ma per motivi di lavoro o di studio domiciliano altrove. In realtà non più di 90/95.000 i "reali" abitanti. Uno spopolamento inarrestabile dovuto alla combinazione di due fattori, la sempre più scarsa natalità e al continua emigrazione dei giovani che vanno via. Un fenomeno demografico che comporta una serie di conseguenze certamente non trascurabili. Non si formano famiglie, cala la popolazione studentesca, crolla la domanda di abitazioni, che oramai fra Cosenza e Rende sono più numerose degli abitanti stessi. Infatti oltre 4.000 le abitazioni invendute fra Cosenza e Rende con il conseguente crollo dei prezzi. Inoltre si innalza inevitabilmente l'età media degli abitanti oramai intorno ai 50 anni. In tale contesto la popolazione invecchia, infatti nella città di Cosenza gli anziani sono più del doppio dei giovani. Con numeri di questo tipo sarebbe necessaria una politica a favore della famiglia, a favore dei giovani. Ma le scelte politiche dovrebbero essere prerogativa di politici che hanno a cuore la sorte della comunità che amministrano. Tale evenienza da noi completamente sconosciuta essendo la classe politica solo una lobby di faccendieri e traffichini che ha come obiettivo solo il proprio arricchimento personale, il perseguimento del potere e la sottomissione con il bisogno della comunità. L'esatto opposto della vera politica. Ma essendo gli elettori portati a votare i propri carnefici e a vendere il voto di scambio per le solite false promesse è ovvio che non vi sarà mai alcuna soluzione. Nel frattempo la popolazione decresce ed  un giorno la Calabria rimarrà solo un popolo di anziani colpevoli di aver creato le condizioni per i loro figli di essere andati via per aver votato da "complici" gli assassini sociale del territorio. L'Istat ha previsto che nel 2050, quindi fra tre decenni, la Calabria si ridurrà dagli attuali 1.700.000 abitanti reali ad un 1.000.000 di abitanti con circa 700.000 pensionati. Un popolo verso l'estinzione. E tre decenni dal punto di vista dell'evoluzione demografica è un tempo brevissimo. Nonostante tutto, nessuno si ribella, nessuno si sveglia dal torpore nel quale sembra essersi immersa la società calabra, oramai solo rassegnata a servire i padroni, a votare la Casta e a vivere aspettando il triste destino, che, in realtà, è segnato e determinato dal nostro immobilismo e dalla maledetta malattia mentale di chi nelle urne, ancora oggi, ha la follia ed il coraggio di votare chi ci ha distrutto.

Redazione

Editoriale del Direttore