Stefano Delle Chiaie, deceduto a Roma il 10 settembre 2019 all'età di 83 anni, ha vissuto intensamente una vita dedicata ad un ideale, quello della destra e dell'unificazione di tutti i movimenti di destra, non solo sul piano nazionale ma anche su quello internazionale.
Nel libro autobiografico” L'Aquila e il Condor” edito nel 2012 che Delle Chiaie ha scritto con i giornalisti Masimiliano Griner e Umberto Berlenghini lo stesso Delle Chiaie racconta la sua vita alquanto turbolenta ed avventurosa. Un libro di “memorie di un militante politico”. Una vita trascorsa a difendersi dalle accuse più infamanti di aver partecipato a numerose stragi e complotti. Delle Chiaie ha vissuto per anni lunghi periodi di latitanza nella Spagna Franchista, e, soprattutto nell'America latina. Un libro che rappresenta un formidabile documento storico per rileggere con lucidità, un periodo della storia del nostro Paese, quello della guerra fredda, dal dopoguerra sino alla caduta del muro di Berlino, dove un incredibile miscuglio di agenti dei servizi segreti deviati e non, movimenti e personaggi alquanto particolari hanno intessuto di tutto e di più sfruttando una condizione politica che, in nome del pericolo dell'avanzata comunista, consentiva in un paese di frontiera ed al centro del Mediterraneo di accettare compromessi ed accordi di tutti i tipi coperti da una necessaria “ragione di Stato”. Particolarmente interessante, nel racconto di Delle Chiaie, il momento nel quale gli viene proposto, addirittura nel 1964, il sequestro di Aldo Moro, ben quattordici anni prima di quando venne effettivamente sequestrato ed ucciso dalla Brigate Rosse. E nel libro ricorre spesso la Calabria, non solo per le vicende della rivolta di Reggio Calabria nel 1970 o per il deragliamento del treno Palermo – Torino, la Freccia del Sud, che, nello stesso anno a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria di Gioia Tauro, determinò la morte di dei viaggiatori ed il ferimento di altre decine di meridionali diretti a Torino, per andare a lavorare ed emigrare al Nord. Ma nel libro il fondatore di Avanguardia Nazionale, che ha vissuto intensamente le sue frequentazioni in Calabria, scrive, riferendosi al periodo storico dei primi anni del nuovo millennio, “Accettai di andare in Calabria per curare l'organizzazione di una televisione locale. Ebbi molte soddisfazioni e incontrai collaboratori che divennero miei amici, sia tra i tecnici sia tra i giornalisti. Ancora oggi quando vado in Calabria, che rappresenta un po' la mia oasi di pace, li rivedo volentieri. Così come frequento con grande piacere i camerati di quella regione a me particolarmente cara”. E Stefano Delle Chiaie si riferisce all'esperienza televisiva vissuta con l'emittente “Vl7 – Cinquestelle” che aveva sede di produzione in Lamezia Terme e che in quegli anni era l'emittente televisiva privata con maggiore “audience”. Memorabili per il coraggio sugli argomenti trattati nelle edizioni del magazine settimanale “Calabria Domani” che andò in onda per ben tre anni. Ed un altro calabrese, Pino Rauti, altro protagonista del mondo della destra italiana, è citato più volte nel libro di memorie di Delle Chiaie. Un capitolo è dedicato al Golpe Borghese, il famoso tentativo di colpo di Stato i cui contorni reali non sono stati mai definitivamente chiariti. Quel golpe al quale avrebbero dovuto partecipare anche uomini della 'ndrangheta, in ossequio ad un accordo che potenti capi bastoni di famiglie 'ndranghetiste avrebbero stipulato con Junio Valerio Borghese, il Principe Nero. Stefano Delle Chiaie ricorda quando lo conobbe, nel lontano 1953, in una sezione romana del Msi e nello stesso capitolo si delinea il piano “Tora Tora” che scattò nella notte fra il 7 e l'8 dicembre del 1970. Fu l'unico e vero momento in cui nella storia d'Italia si rischiò il colpo di Stato. Ma l'operazione, già pronta, subì un rinvio. Era un vero tentativo di colpo di Stato che venne poi esorcizzato e sminuito nella sua vera importanza facendolo passare come un tentativo di personaggi al di fuori della realtà. All'operazione “Tora Tora”, Stefano Delle Chiae non poté partecipare essendo già latitante da alcuni mesi. E del periodo di latitanza il fondatore di Avanguardia Nazionale scrive: “All'estero mi diedi da fare per promuovere relazioni con altre forze politiche: i peronisti, il Movimento Rivoluzionario boliviano, esponenti politici e gruppi della Falange spagnoli e dirigenti del Movimento Nazionale e personalità politiche portoghesi”. E la storia raccontata da “Er Caccola” il soprannome di Delle Chiaie, passa attraverso movimenti come “La Rosa dei Venti”, il “Comitato per il cambiamento della Costituzione” ed il ruolo di Licio Gelli. Ma in Calabria Delle Chiaie riuscì anche a vivere una ulteriore esperienza politica legata al momento di cambiamento del 1992, l'anno in cui cadde la Prima Repubblica, con la Lega delle Leghe e con l'ennesimo tentativo di riunificare le aree di simpatizzanti di destra in un solo “rassemblement”. Anche quello fu solo un momento che lasciò poche tracce. Sicuramente una vita vissuta intensamente nel mondo e fra i tanti luoghi vissuti anche la Calabria che tanto ha rappresentato per Stefano Delle Chiaie.
Gianfranco Bonofiglio