La modernità e l’attualità di Quintiliano emergono così chiaramente in questo brano che sembra, addirittura, di leggere lo scritto di un professore dei tempi nostri.
Il maestro è colui che ti prende per mano, che ti conduce sulla strada del tuo talento con tanta fiducia nelle tue potenzialità, e non ti illude. Ma nemmeno ti fa dubitare di te. Il discente deve ritrovare nel maestro tutto quello che a casa sua può o non può ottenere, poiché colui che insegna ha tutti i mezzi a disposizione affinché la società sia costituita di individui forti, resistenti, umani. Un buon maestro non ti giudica dinanzi a tutti e, se lo fa, utilizzerà parole o discorsi generici, poiché troverà sicuramente il modo di instaurare un legame empatico affinché il diretto interessato solo capisca. Il docente, dinanzi ai suoi discenti, ha l'obbligo morale di far leva anche sui difetti che lo caratterizzano e gli errori che lo hanno turbato, per insegnare, appunto, che è umano soprattutto per questo, ma anche resiliente come una fenice. Sia sempre dalla parte dei suoi allievi, certo, per insegnare loro che si difendono le persone a cui si vuole bene, ma che non si giustificano, in caso di errore. Gli errori si discutono in privato. E se ci si trova nel bel mezzo di una pandemia, ove la diritta via è smarrita? Ebbene, un maestro ascolta, non punisce. Già i suoi allievi sono stati puniti da un mondo così criminoso, indebitato, ma soprattutto dal Tempo...et tempus edax rerum. Il docente può, però, affiancare i suoi allievi e tenerli sempre al riparo tramite la cultura, antidoto infallibile, e soprattutto tramite il legame inestricabile che rimanda a quello paterno. Oggi, la DAD (didattica a distanza) ha spezzato quel filo rosso che da sempre lega gli allievi ai maestri, quelli meritevoli, si intende. Così tanti anni per rompere la “quarta parete”... ed ecco che ora ritorna. E genera un silenzio assordante. Un discente avrà sempre bisogno del suo maestro e, durante gli anni di studio, necessita di lui per fronteggiare il mondo e la “natura maligna”. Docenti, maestri, non abbandonate i vostri alunni. Hanno bisogno di voi, come mai prima d'ora. E il vostro dovere morale non è che loro siano parte delle eccellenze, abbiamo capito che di eccellenze senza cuore ne facciamo ben poco. Date loro il fuoco della cultura, fateli ardere di questo fuoco, ma ricordate: se avranno bisogno d'acqua per spegnere, sulla loro strada, un fuoco avverso, allora aiutateli a spegnerlo.