“Fai della tua passione, una professione” – monito banale, ma sempre efficace , ripetuto indefessamente e con alacrità verso tutti, ragazze e ragazzi, che hanno segnato il mio percorso esistenziale come educatrice, ancor prima che di docente di lingue straniere e altro.
Dalle emozioni più superficiali ai motti di spirito e sentimenti più profondi, ho solcato, gli ardui campi della scuola italiana e straniera, rimettendoci a volte la salute e senza mai chinare il capo verso “ciarlatani esistenziali” che avrebbero voluto una riverenza e un ossequio fuori misura e senza batter ciglio, offrire loro un “Sì, sissignore”. Mai di tutto questo ho manifestato così come non l’ho mai insegnato. Sono stata e sono la professoressa che si presenta puntualmente in classe, o ultimamente in chat, dicendo la fatidica frase: “Salve ragazzi, sono Ivana Ferraro, vostra docente di francese che sa di non sapere delle cose che voi sapete e, voi, i miei studenti che non sapete alcune cose che io so, bene presentiamoci”. Réfrain appassionato di chi crede fortemente in ciò che visibilmente compie di fatto, affinché il suo monito sia la eco costante per chi nella vita, magari, non ha mai ricevuto una meno che mai minima considerazione. E così che si è dipanata un’esistenza lavorativa mai disgiunta dall’essere formalmente e fattivamente donna ed essere vivente su questo nostro tanto bistrattato pianeta. Le cause spese, con molto orgoglio e coraggio verso i più deboli, i più disagiati, i meno fortunati, i meno abbienti, i più deboli, i più cagionevoli, insomma verso i cosiddetti “Ultimi”, sono stati e sono i rafforzamenti dei miei punti deboli, amandoli senza tregua e senza alcun pietismo morale, ma con grande ossequio verso la loro estrema dignità. Non sono le glorie e le medaglie ricevute sui campi di battaglie che fanno di noi degli eroi, ma l'accanimento passionale nello svolgimento del proprio dovere nel più rumoroso dei silenzi e dall'uscita di “scena” in punta di piedi. Insegnando, dopo avere fortemente imparato, che l’apparire, la vanagloria, gli applausi, i consensi, non si ottengono attraverso dimostrazioni plateali di quello che ho con genialità realizzato, ho profuso dignitosamente i principi etici e morali che regolamentano la nostra esistenza, quale che sia la funzione e o il ruolo ricoperti. Siamo, innanzitutto, degli esseri viventi e tanto basta per consapevolizzare che nessuno ha il sacrosanto diritto di prevaricare la libertà altrui, nell’ambito dei principi costituzionalmente definiti. Mai come in questo momento storico-socio-economico di “tempo sospeso” , in cui, ahinoi, lo stato di pandemia diffusa e divorante ci ha immobilizzati e resi più fallaci , la comunità educante ed educativa rappresenta l’unica solida istituzione verso cui rivolgere la più accorta e la più determinata attenzione. Pur non volendo mettere in piedi polemiche spicciole, in cui altre istituzioni, in capo alla scuola, dovrebbero svolgere azioni più incisive, resta il fatto, non distopico, che la “Scuola” esiste e si porta avanti al di là di tutto e di tutti. Non sono parole vane e illusorie, ma dati concreti perché si comprenda una volta per sempre che gli attori protagonisti di un sistema educativo funzionante è lo stesso sistema. L'Istituto d'Istruzione Superiore “Da Vinci – Nitti” - ultimo istituto che mi ha accolto per questo mio breve e pronto passaggio verso la pausa formale dall’insegnamento, cioè verso la quiescenza - rappresenta, secondo il mio umilissimo parere e senza alcuna delegittimazione verso gli altri, una lungimirante, proficua e importante comunità educativa. La diffusa democratizzazione dei rapporti e delle relazioni intrattenute in maniera produttiva tra tutti gli operatori della scuola e l'utenza è resa tale dalla performante azione di mediazione che puntualmente il Dirigente Scolastico, Prof. Damiano De Paola, mette in atto. L'efficace e bravo docente riesce ad essere un ottimo dirigente, ha la conduzione sotto mano, in ogni istante della sua esistenza, è, in buona sostanza, quello che nei vari corsi di formazione professionali e manuali, ripetono senza tregua: è il “ buon padre di famiglia”. Bene, il Dirigente De Paola è indubbiamente questo e tant’altro. Innanzitutto, è una personalità forte, decisa, con un grande senso di condivisione e di collaborazione e sopra ogni modo , senza adulazione alcuna, accogliente, in cui la semantica del termine è da ricercare nella sua stessa etimologia: affabile, amabile, generoso, cortese, gentile, affidabile e premuroso. Non è l'esaltazione di un essere fuori dal comune, ma una persona che vive il suo tempo per migliorarlo, a discapito di molti altri esseri viventi di camusiana memoria che sono “ stranieri” in un mondo di “estranei” e come Sisifo conducono dall'alto al basso della montagna quella pesantissima roccia dell'esistenza, aspettando “Godot” o una “Morte felice”. E tutto questo a nulla e a nessuno giova. E’ vero l'esatto contrario. Di fatto, l’IIS di cui si pregia avere come Dirigente il Prof. De Paola, di cui ho appena messo in rilievo alcuni tratti della personalità vera ed autentica, vanta dallo scorso anno, l’inserimento di nuovi indirizzi di studio: l'odontotecnico e l’ottico. Si ricorda che insieme a questi ultimi due “messi alla luce”, permangono: chimico e biochimico, Abbigliamento e moda, Servizi Sanitari e sociali, Grafica e comunicazione, Biotecnologie sanitarie. Ritengo che un’offerta formativa così ampia e variegata, messa in campo da ottimi specialisti dei diversi settori, possa essere un ottimo volano per tutti quei giovani, ragazze e ragazzi a cui non smetterò mai di dire “Fai della tua passione, una professione”.
Ivana Ferraro