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Nel libro "La Mafia Imprenditrice" scritto dallo studioso del fenomeno mafioso Pino Arlacchi nel 1983 ed edito da "Il Mulino" si delineava, per la prima volta, sul piano didattico e scientifico la figura del "mafioso imprenditore" e l'avvento di una nuova forma inedita di capitalismo, "il capitalismo mafioso".

Una forma di capitalismo destinato a stravolgere le regole classiche del capitalismo e a divenire un giorno, non solo competitivo del capitalismo classico, ma addirittura parte fondante e strutturale del capitalismo mondiale e globalizzato. Tale previsione fatta nel 1983, sono trascorsi ben 37 anni, è stata illuminante ed i fatti hanno dimostrato e dimostrano la fondatezza degli studi di allora. Di questi giorni la notizia contenuta in un'informativa della Squadra Mobile allegata agli atti del processo "Eyphemos" in merito ad una presunta azione di riciclaggio su scala mondiale da parte di un noto imprenditore di Palmi. Un flusso di denaro di immense proporzioni. Basti accennare al certificato di un fondo del valore di 36 miliardi di dollari depositato presso la Banca centrale di Danimarca. Individuato grazie ad un trojan con il quale sono state intercettate le telefonate dell'imprenditore. Inoltre nell'ambito di alcune perquisizioni sono stati rinvenuti nel computer dell'imprenditore palmese documenti che attestano l'esistenza di una rete mondiale, con conti aperti in svariati luoghi (da Cipro a Hong Kong passando per Afghanistan, Croazia, Bulgaria, Tunisia) e carte di credito intestate a vari prestanome, cittadini dell’Europa dell’Est e della Penisola Arabica. Nell'ambito delle triangolazioni di denaro venivano privilegiati, secondo gli inquirenti, quei Paesi dove non esistono controlli antiriciclaggio. Del resto il denaro è sempre bene accetto ovunque, è sempre inodore. Si è passati quindi dalla Mafia Imprenditrice al "Sistema Criminale Integrato", utilizzando con tale definizione il concetto espresso da Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto di Reggio Calabria. Un Sistema con il quale le mafie utilizzano i medesimi canali per riciclare gli immensi proventi delle loro attività criminali. Un "Sistema Criminale" che per il Procuratore Lombardo è definibile in  "tutti coloro i quali operano in maniera infedele negli ambiti strategici a livello mondiale, soprattutto in ambito finanziario, economico, imprenditoriale, ma anche politico e istituzionale".  "Sono soggetti che hanno rapporti stabili in settori chiave, che passano dal sistema bancario ai principali sistemi finanziari e, soprattutto, entrano in quegli apparati che governano il potere reale". Una dimensione allarmante, globale, del fenomeno imprenditoriale criminale. Ed in tale contesto e dinanzi all'avanzare nel mondo di imponenti nuove povertà per il consigliere togato, Sebastiano Ardita  "le oligarchie criminali si apprestano a controllare i mercati mondiali, attraverso i mercati si possono controllare le stesse democrazie". Un grido d'allarme di inaudita gravità. La 'ndrangheta si conferma, quindi, come una realtà globalizzata, sovranazionale, planetaria e con disponibilità economiche immense. Peculiarità conquistate negli anni in cui è stata volutamente sottovalutata e avendo puntato sull'arma vincente, il controllo del mercato globale della droga con proventi immensi da riciclare ed una rete di "invisibili" la 'Ndrangheta è divenuta oggi quella che è, una potente holding planetaria finanziaria in grado di smuovere e far circolare nel mercato economico mondiale centinaia e centinaia di miliardi di euro.

Redazione

Editoriale del Direttore