Le mafie non uccidono più. Oramai hanno cambiato pelle. Sono divenute nel tempi holding economiche, veri centri di potere, controllano parte consistente del mercato, acquisiscono aziende in fallimento e li riportano nel mercato a pieno titolo, controllano sempre più l'economia. Il tutto grazie alla disponibilità immensa di liquidità proveniente dalla gallina dalle uova d'oro che da sempre consiste nel monopolistico controllo del mercato della droga che consente guadagni enormi. E non è solo la droga, continua l'attività dell'usura e tanti altre attività illegali che forniscono quella liquidità necessaria per infiltrarsi sempre più nell'economia. Un fenomeno che, ancora oggi sottovalutato, è in atto da anni, da decenni. Nel libro "La Mafia Imprenditrice" edito da "Il Mulino" e scritto dal sociologo ed esperto di mafia, Pino Arlacchi, nel lontanissimo 1983, si profetizzava la continua espansione delle mafie nell'economia sino a divenirne esse stesse il motore principale. Ciò veniva scritto ben 37 anni fa. I sequestri di beni acquisiti tramite attività mafiose, seppur importanti, sono una piccolissima quota della realtà. E non è certamente il Mezzogiorno d'Italia il teatro degli investimenti delle mafie. I luoghi son ben altri. Basti pensare ai capitali immensi delle famiglie di 'ndrangheta che hanno conquistato mezza Milano. Non vi è dubbio che la capitale della 'ndrangheta sia la città meneghina. Probabilmente gli unici a non saperlo sono i milanesi. La forza del denaro, la corruzione del denaro, il potere economico in una società basata solo sul consumismo e sull'apparire è immenso. E' spesso imbattibile. Aveva ragione il pentito di mafia, Don Masino Buscetta, il boss dei due mondi, che con le sue rivelazioni consentì il maxiprocesso di Palermo, monumento storico della lotta alla mafia che costò la vita dei giudici Falcone e Borsellino, quando sosteneva che "la Mafia ha vinto", motivando tale frase nel fatto che la mafia, oramai sdoganata e divenuta holding imprenditoriale, non aveva più necessità di uccidere ed aveva raggiunto il potere. Aveva scalato la società. Aveva attraverso al forza dell'intimidazione e attraverso la corruzione, male endemico e diffusissimo nel nostro Paese, attivato quell'ascensore sociale che ha condotto le famiglie di mafia dai bassifondi dove sono anti ai grandi palazzi del potere. I mafiosi di nuova generazione, i figli, i nipoti dei vecchi boss sono imprenditori, incensurati, vivono fra Parigi, Londra, Milano, New York. Viaggiano in prima classe, sono manager, sono assidui frequentatori dei paradisi fiscali, sono giovani riveriti e vincenti. Questa è la nuova mafia. Questi sono i nuovi modelli. Ed il nostro Paese anche sul piano legislativo è molto indietro, la lotta alle mafie annaspa, tanto non uccidono più, non creano allarme sociale. E'una nuova mafia che ben si concilia con le altre forme di potere, l'alta finanza, l'alta politica. E' un potere fra i poteri. E forse la lotta alle mafie non interessa più nessuno. Tanto, quel che conta è il mercato, è il Dio denaro. Anche quello che puzza di droga, che puzza di illegalità. Ma è uno sbaglia. Il denaro non ha odore. E vince sempre.
Le mafie hanno cambiato pelle, sono oramai holding economiche che controllano il mercato
Gianfranco Bonofiglio