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Il Premier Mario Draghi  a Milano lancia l'allarme del sempre maggior potere delle mafie ed in particolare della 'ndrangheta, sempre più imprenditrice.

In realtà la 'ndrangheta investe al Nord indisturbata da almeno mezzo secolo, cioè dagli inizi degli anni '70  quando acquistava esercizi commerciale con i proventi dei sequestri e gestiva il ciclo della produzione del cemento controllando lo stesso sia nel mondo dell'edilizia privata che nel lucroso settore dei lavori pubblici.

E' ovvio che Mario Draghi ha scoperto l'acqua calda ma, nonostante le solite frasi di rito della politica alle quali non crede più nessuno, le stesse

Organizzazioni criminali sono già pronte nell'accaparrarsi parte dei fondi che verranno spesi attuando il PNRR.

 

Il Premier Mario Draghi

 

Tanti gli incontri nei vertici dei colletti bianchi, ovviamente incensurati che speculano da anni con il denaro riciclato, tanti anche gli incontri dei Big delle mafie.

Solo per citare un esempio che da solo la dice tutta, sembra che in Calabria, centrale di comando dalla quale si controllano gli interessi ovunque, siano stati fatti saranno fatti incontri di vertice per decidere strategia, spartizione e di chi fidarsi nell'ambito del mondo politico ed istituzionale e sembra anche che a qualche vertice possa aver partecipato addirittura qualche calibro da '90, addirittura circola voce di qualche latitante ricercato in tutto il mondo da circa 30 anni, non calabrese, ma che non poche volte sembra aver lasciato tracce di una sua presenza in Calabria.

Mentre i politici usano chiacchierare come al solito, le mafie, si organizzano per essere sempre protagoniste di un mondo capitalistico - criminale che è quello che ha sostituito il modello capitalistico imprenditoriale di un tempo.

Del resto le mafie hanno vinto, sono divenute mafie imprenditrici e non hanno più alcuna necessità di uccidere.

Altro che sconfitta delle mafie. Le mafie hanno vinto e la 'ndrangheta è la più forte fra tutte le mafie. per la gioia e la fortuna politica, economica e di potere di quella classe politica calabrese sempre più collusa e figlia della criminalità vincente.


Redazione

Editoriale del Direttore