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Sono lontani i tempi di quando, era il 13 dicembre 1988, migliaia di cosentini soprattutto giovani scesero in piazza per manifestare contro il consumo e lo spaccio di droga.

Si tenne allora una fiaccolata che riempì di partecipanti l'intero tratto di Corso Mazzini, dal Municipio sino all'allora Piazza Fera, oggi Piazza Bilotti. Erano altri tempi, esisteva ancora un senso di comunità, la politica, quella della Prima Repubblica, aveva ancora un senso. Esistevano addirittura le scuole della politica che erano rappresentate dalle organizzazioni giovanili dove si muovevano i primi passi per  apprendere i rudimenti della politica per poi sperare un giorno di essere candidati superando il vaglio e la griglia del partito. Non come oggi dove una massa di ignoranti che non ha mai letto un libro in vita sua riempie liste e liste senza alcuna storia e senza alcuna possibilità di dare un contributo reale alla città. E ad organizzare la fiaccolata furono le organizzazioni giovanili dei partiti della Prima Repubblica. Allora circolava l'eroina e tanti erano i giovani che cadevano nel tunnel della tossicodipendenza. Oggi anche la tossicodipendenza ha cambiato forma. Non è più visibile. Il tossicodipendente da cocaina è invisibile. Circa 3.000 si calcola siano gli assuntori di cocaina nell'area urbana cosentina. Una cifra enorme che smuove interessi economici enormi controllati con ferocia dalle organizzazioni criminali che detengono il monopolio dello spaccio nelle piazze di spaccio disseminate in città. Il tutto nel silenzio, nell'accettazione passiva della popolazione, nell'assoluta apatia delle Istituzioni. Un problema che esiste ma che non suscita più alcun interesse. Anche in questo quella che un tempo era l'Atene della Calabria è oggi una città apatica e silente. Tutto è cambiato da allora, purtroppo in peggio.

Redazione


Editoriale del Direttore