In Calabria la percentuale della popolazione in miseria ha subito una fortissima crescita. Dal 12% del 2022 si è passati al 20% del 2023, nonostante il racconto fasullo della Casta politica di una Calabria in ripresa.
A certificare il peggioramento e l'incremento degli ultimi in terra di Calabria i dati illustrati dall'Istat sull'andamento complessivo dell'economia in Calabria.
Nel 2022 il 42% della popolazione era già a rischio povertà ed esclusione sociale.
Nel 2023 la percentuale del 42% a raggiunto il 50%. Un calabrese su due.
Ed è facile immaginare cosa accadrà quando i traditori del popolo calabrese, i deputati della maggioranza di governo, che purtroppo i calabresi votano, alla Camera dei deputati approveranno l'Autonomia Differenziata per come hanno già fatto i senatori calabresi eletti nella coalizione di centrodestra.
Rimane stabile l'enorme platea di lavoratori poveri pagati una miseria come quelli a chiamata, i part time o i tanti lavoratori in nero che cercano di arrangiarsi per sopravvivere.
Gli indicatori utilizzati dall'Istat sono quelli europei che confermano, ancora una volta e per l'ennesima volta, un Paese eternamente diviso con un Sud ed un Nord sempre più distanti con buona pace della questione meridionale completamente abbandonata da una pletora incolta, cialtrona di politici eletti al Sud che sulla questione meridionale non hanno mai sprecato una sola parola per non infastidire i loro capi politici ( i segretari di partito) dei quali in Parlamento sono solo dei servi sciocchi utili solo ad alzare la mano a comando.
E i dati calabresi, come sempre, sono in controtendenza rispetto a quelli nazionali. Infatti a livello nazionale il rischio povertà scende dal 24 al 22%, mentre in Calabria, è bene ripeterlo, ha raggiunto il 50%.
E anche il ceto medio continua a soffrire con redditi che rimangono fermi mentre l'inflazione ne corrode il potere d'acquisto.
Ed in tale contesto la Casta politica falsamente dipinge una Calabria che cresce, favoleggia di grandi riprese e grandi iniziative, mentre la realtà è tutt'altro.
Ma il dramma è il silenzio dei calabresi, l'accettazione passiva di una situazione socio - economica sempre più greve.
Fatalismo, rassegnazione ed in parte anche complicità con la Casta politica che impediscono qualsiasi sussulto dal basso per un cambiamento.
Una condizione di immobilità che costringe i giovani, giorno dopo giorno, ad abbandonare una terra sempre più difficile.
Redazione