Continua inesorabile ad aumentare la povertà e il divario fra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri.
Continua l'estinzione di quello che un tempo era definito ceto medio.
Mentre la classe politica sempre più agiata e sempre più privilegiata continua a fare parole e chiacchiere il popolo italiano diviene sempre più povero e si allarga a dismisura il divario fra ricchi e poveri.
Nel 2023 è aumentato di oltre 135.000 unità il numero già spaventoso di poveri assoluti. Da 5,56 milioni nel 2022 a 5,7 milioni di italiani in povertà assoluta nel 2023.
Cifre attestate da apposite ricerche a cura dell'Istat.
Tale peggioramento dipende - sempre a giudizio dell'Istat - "dall’inflazione e dal caro vita che hanno colpito le famiglie e gli individui più poveri.
La spesa media è cresciuta da 2.519 a 2.728 euro mensili. Questa è una conseguenza del taglio degli aiuti di una parte degli aiuti governativi stanziati ai tempi del Covid, decisi prima del passaggio al mercato «libero» di gas e elettricità".
Un chiaro fallimento di iniziative ininfluenti come il "carrello tricolore anti-inflazione".
E' ben evidente che la progressiva dismissione dello stato sociale ha aggravato la povertà.
E non vi è dubbio che considerato il continuo aumento del costo della vita, i salari fermi da anni e il lavoro precario pagato con salari bassissimi, quasi da fame, la povertà assoluta non potrà che continuare ad aumentare.
Ed in tale contesto addirittura la metà degli italiani a basso reddito ha rinunciato alle cure mediche nel 2023.
" Non tutti riescono ad accedere al Servizio sanitario nazionale, viste le interminabili liste d’attesa, e non tutti hanno la disponibilità economica sufficiente per rivolgersi al privato: ora un report fotografa la situazione, sempre più iniqua, che mostra come troppi cittadini – specialmente nella fascia di reddito più bassa – siano costretti a rinunciare alle cure mediche".
Ad illustrare tali dati è fare il rapporto dell'Aiop (Associazione Italiana ospedalità privata) in collaborazione con il Censis, secondo cui nel 2023 il 42% dei pazienti con redditi bassi, fino a 15mila euro, è stato costretto a procrastinare o direttamente a rinunciare alle cure sanitarie, impossibilitato ad accedere al Ssn e non potendo sostenere i costi del privato.
Per l'Aiop e il Censis ci si avvia alla cosiddetta "sanità per censo" dove chi può permettersi le cure vi accede, mentre chi non è in grado si trova costretto a rinunciare.
E, di conseguenza, aumenta la percentuale di chi si rivolge direttamente alla sanità a pagamento, consapevole degli ostacoli all'accesso alla sanità pubblica: si tratta del 40,6% dei bassi redditi, del 48,7% dei redditi medio-bassi, del 57% dei redditi medio-alti e del 63,3% dei redditi più alti.
Redazione