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L'annuario Eurostat di tutte le Regioni che fanno parte dell'Unione Europea traccia dati impietosi. In riferimento al 2022 la Calabria registra una percentuale altissima della popolazione a rischio povertà ed esclusione sociale. 

 
Ben il 43% dei calabresi.
 
E basti solo accennare che  la media europea è del 21,6%. In Calabria tale media raddoppia.

Eurostat ha misurato i livelli in tutte le aree d‘Europa e ha stimato che nonostante la ricchezza del continente, le persone a rischio povertà siano quasi 96 milioni. 
 
La stragrande maggioranza delle regioni povere si trovano in Bulgaria, Grecia, Romania, e nelle parti meridionali della Spagna e dell'Italia.

Oltre a cause ataviche e strutturali, hanno avuto un impatto la pandemia di Covid 19, l'aggressione militare russa nei confronti dell'Ucraina e l’aumento dell’inflazione, che hanno annullato la diminuzione delle diseguaglianze, che timidamente si cercava di realizzare.

Ci sono due modi in cui la povertà può essere misurata. Secondo le Nazioni Unite, la povertà assoluta è la privazione dei bisogni umani di base, ad esempio la mancanza di cibo, riparo, acqua, salute o istruzione. 
 
La povertà relativa, invece, è la situazione in cui il reddito di una famiglia è al di sotto dello standard medio del paese in cui vivono e non è sufficiente per godere di un tenore di vita adatto alla società in cui vivono.
 
Con simili dati ci sarebbe da chiedersi quale effetto concreto abbiano avuto i famigerati Fondi Por che l'Europa elargisce alla Calabria dal lontanissimo 1985. 
 
Ben 38 anni di finanziamenti con migliaia di miliardi con le lire e centinaia e centinaia di milioni con l'euro.
 
Nonostante ciò nulla è cambiato la Calabria era fra le regioni più povere negli anni '70 ed '80 e lo è ancora oggi, se non ancor di più.
 
La gestione dei fondi pubblici ancorati alla Regione non ha modificato nulla. 
 
Anzi, nei decenni ha solo contribuito ad arricchire e a far radicare una classe politica arruffona e traffichina che rappresenta insieme alla 'ndrangheta il vero ostacolo ad ogni sviluppo della nostra sventurata terra.
 
E vi è anche chi, fra la classe politica che governa la Calabria, ha il coraggio di sostenere che la Calabria è in crescita.
 
Quando è evidentissimo che l'unica a crescere in Calabria è la povertà.
 
Redazione

Editoriale del Direttore