L'ennesima conferma del fallimento Calabria giunge dall'ottavo Rapporto sulla Coesione pubblicato dalla Commissione Europea.
Infatti la Calabria risulta avere un Pil pro - capite inferiore al 75% alla media Europea. Tale dinamica economica quando si protrae per almeno 15 anni, come nel caso calabrese, si delinea la cosiddetta "trappola dello Sviluppo". Tale definizione indica quelle regioni caratterizzate da livelli molto bassi di pil - pro capite che ricevono comunque sostegni politici per la coesione me che non sono riuscite ad adeguarsi agli standard delle altre regioni d'Europa. Tante le motivazioni di tale andamento ma soprattutto a determinare il mancato decollo è stata la gestione scellerata dei finanziamenti della Comunità Europea utilizzati in prevalenza solo in chiave clientelare e spesso finiti in truffe e nelle mani di politici tangentisti e imprenditori senza scrupoli, cioè prenditori specializzati in falsi fallimenti e bancarotte, che si sono arricchiti lasciando il territorio alla fame. Purtroppo in Calabria possono arrivare vagonate di denaro ma serviranno solo per arricchire ndranghetisti, criminali, faccendieri, politici e burocrati corrotti. Cioè tutta quel ceto dominante che gestisce tutto e tutti e che impedisce qualsiasi sviluppo. Ovviamente senza che il popolo calabro si ribelli essendo per voto di scambio e per bisogno e per cultura mafiosa spesso complice del "Sistema". Una strada senza via d'uscita che non consente alcun cambiamento e anche tutti i cospicui fondi che arriveranno con il PNRR probabilmente faranno la fine di tutti i miliardi di lire e poi di Euro che dal 1987 ad oggi, cioè per ben 35 anni, la Comunità Europea ha elargito alla Calabria ma spariti nel nulla e dissolti nella corruzione endemica e totalizzante che caratterizza la società calabra.