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L'ultimo rapporto annuale Svimez sul Mezzogiorno conferma il triste e devastante fenomeno di spopolamento in atto. Nell'ambito delle otto Regioni che costituiscono il Sud dell'Italia comprese le isole Sicilia e Sardegna secondo i dati forniti dallo Svimez "dal 2002 al 2020 sono emigrati dal Sud un milione di persone, di cui circa il 30% laureati". Dati pubblicati anche dal Corriere della Sera. E un milione di giovani che hanno abbandonato il Sud rappresenta una perdita incommensurabile per le possibilità di sviluppo e di crescita dello stesso Mezzogiorno. Un Paese che non offre nulla ai giovani non può che distruggere il proprio futuro. E fra le Regioni del Sud quella più penalizzata in termini di giovani andati via è senza dubbio alcuno la Calabria, notoriamente quella con il maggior numero di primati negativi. Oltre 200.000 i giovani che hanno abbandonato la Calabria dal 2002 al 2020. Una cifra impressionante se la rapportiamo agli abitanti calati ad 1.890.000 certificati dall'Istat al 31 dicembre 2020. Non sottovalutando il fatto che 1.890.000 sono i residenti ma i "veri" abitanti della Calabria non superano la cifra di 1.600.000 per il fatto che circa in 300.000 conservano la residenza in Calabria ma per motivi di lavoro o di studio vivono altrove. I cosiddetti "fuorisede". Un fenomeni di spopolamento che caratterizza i paesini dell'entroterra calabrese oramai abitati solo da anziani. Paesi che in un ventennio hanno dimezzato i loro abitanti. Paesi nei quali chiudono gli uffici postali, le stazioni di servizio per il rifornimento delle auto, le farmacie e tanti altri servizi. Paesi che sono ritornati agli anni '50 con una regressione impressionante sia sul piano economico che sociale ed il tutto nel silenzio delle istituzioni e della Casta politica che sul sottosviluppo e sul bisogno ha fondato le proprie fortune politiche, economiche e dinastiche considerando che in Calabria le poltrone politiche del potere si ereditano da padre in figlio come uno studio notarile o una farmacia. Ogni anno la popolazione studentesca diminuisce di ben 6.000 studenti e la popolazione invecchia. L'età media calabrese è la più alta di tutte le 280 regioni dei Paesi aderenti alla Comunità Europea. Una media che supera i 50 anni. L'Istat ha calcolato che se continuerà per altri venti anni lo stesso tasso di denatalità e di emigrazione giovanile i calabresi nel 2040 saranno ridotti ad un solo milione di abitanti, in gran maggioranza anziani. Oggi i pensionati sono 710.000, il 42% della popolazione realmente abitante. Dati demografici che condizionano l'economia e la vita sociale che dovrebbero imporre delle strategie politiche adeguate. Ma in Calabria la politica non esiste. Vi sono solo politicanti ignoranti, presuntuosi traffichini che ne hanno determinato il crollo. Figuriamoci se possono risollevare le sorti di questa disgraziata terra. Senza dimenticare chi i calabresi li votano e votare i propri carnefici, coloro i quali hanno costretti i giovani ad andarsene è la peggiore delle colpe. Ogni popolo merita il governo che ha sosteneva Socrate nell'antica Grecia. Aveva ragione. I calabresi meritano i politici che votano.
Redazione

Editoriale del Direttore