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Un fenomeno, quello del crollo demografico in Calabria che continua inesorabile ed aumenta sempre più. Al 31 dicembre 2020 i residenti in Calabria sono calati a 1.877.728. Ben 16.382 abitanti in meno dal 31.12.2019. Un calo notevole in un solo anno.

Dati certificati dalle stime dell'Istat. Ma quello che è ancora più grave è il fatto che i "residenti" non coincidono in alcun modo con i "reali abitanti" della Calabria. Infatti alla cifra dei residenti vanno detratti i cosiddetti "Fuorisede", cioè coloro i quali conservano la residenza in Calabria ma, nei fatti, per motivi di lavoro e di studio, vivono in altre città al di fuori della Calabria e vanno detratti anche quelli che hanno in Calabria "residenze" fittizie per motivi fiscali o per altri motivi ma che vivono in altri luoghi. Si stima che i "veri" abitanti in Calabria siano intorno ad 1.500.000 e, fra questi, circa 300.000 minorenni. Tali dati contraddicono platealmente un dato fasullo che è quello dell'astensione al voto. Infatti se la media dei votanti delle ultime elezioni si aggira nel range "850 - 900.000" e si calcola la percentuale sulla platea totale di 1.200.000 votanti "reali", il dato dell'affluenza sale al 70%. Dato "reale" in linea con tutte le altre regioni italiane. Quindi il mito dei calabresi che non votano è completamente fasullo e privo di analisi approfondite sulla vera situazione anagrafica di una regione come la Calabria che paga l'alto tasso di emigrazione giovanile abbinato al crollo delle nascite. Due fattori che porteranno la Calabria ad essere una terra di soli anziani. Basti pensare che coloro i quali ricevono una pensione sono circa 710.000 su 1.877.728 residenti, quindi , il 40%. La percentuale più alta fra tutte le 216 regioni d'Europa. Ed il fenomeno dello spopolamento coinvolge anche le città. Basti accennare i dati di Cosenza, ridotta a 65.197 residenti, non più di 55.000 quelli reali, quando negli anni '80 Cosenza superava i 100.000 abitanti. Una città praticamente dimezzata in tre decenni. Cifre terribili che se non invertite non potranno che determinare maggiore impoverimento e crisi. Una terra senza giovani è una terra senza futuro.

Redazione

Editoriale del Direttore