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La Festa del 1° Maggio appare e diviene sempre più anacronistica e legata al passato. Infatti il lavoro, soprattutto in Calabria è merce sempre più rara. Ed interessa una parte sempre più esigua della popolazione. Basta semplicemente accennare dei numeri che, essendo tali, sono difficilmente opinabili. Coloro i quali in Calabria esercitano una attività lavorativa  sono circa 510.000. Cifra che comprende anche i 105.000 impiegati pubblici, mentre i residenti "ufficiali" in Calabria al 31.12.2020 sono 1.890.000. Quindi esercitano un lavoro circa il 30% della popolazione. Mai una cifra così bassa. Basti solo pensare che i percettori di una pensione, a vario titolo, sono 710.000 e che i percettori del Reddito di Cittadinanza sono 179.593. Praticamente fra Reddito di cittadinanza e pensionati, quasi il doppio dei lavoratori. A questi si aggiungono i disoccupati "censiti" presso gli Uffici per l'Impiego e poi, dulcis in fundo, la massa di inattivi, cioè di coloro i quali non lavorano, non studiano e non cercano più il lavoro. Cioè di coloro i quali hanno cessato di lottare e che ritengono oramai definitivo il loro destino di disoccupati cronici. Altro che Festa del Lavoro. E tale scenario non potrà che peggiorare. Basti pensare ai circa 200.000 lavoratori compresi nei 510.000 che percepiscono temporaneamente la Cassa Integrazione pagata dallo Stato. Quando tale sussidio cesserà almeno la metà rischia di essere licenziata e rischia di infoltire il già vasto esercito dei disoccupati. Altro che Festa del Lavoro. Politiche dissennate, fine del meridionalismo, corruzione endemica, classe politica incolta e truffaldina hanno condotto la Calabria allo sfascio più totale costringendo i giovani ad abbandonarla lasciandola ad un triste destino irreversibile di una Calabria che sarà sempre più popolata solo da pensionati ed anziani. L'Istat ha previsto che con il tasso di denatalità ed il tasso di emigrazione giovanile attuali nel 2050 la Calabria sarà di soli 1.000.000 di abitanti dei quali 700.000 pensionati. Chissà se allora si festeggerà ancora la Festa del Lavoro. Chi vivrà vedrà.
Redazione

Editoriale del Direttore