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Il MAB (Museo all'Aperto Bilotti) rappresenta in vero e proprio "tesoro" d'arte aperto alla libera fruizione. Una struttura museale unica nel suo genere in tutta Europa.

Nasce nel 2005 per volontà del grande ed indimenticato mecenate conosciuto in tutto il mondo, Carlo Bilotti, che ha donato le sculture di cui era appassionato cultore. L'idea visionaria di Carlo Bilotti era la libera interazione fra cittadini ed arte nell'ambito di una nuova a mai sperimentata prima coesione sociale. Unico museo inserito nel contesto del salotto buono della città dei Bruzi. Carlo Bilotti è venuto a mancare nel 2006, a continuare la sua opera il fratello Enzo deceduto nel 2012 e poi Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona, mecenate e fine intenditore del mondo dell'arte. Il MAB è composto da 31 statue, tutte di grandissimo valore artistico e tutte frutto dell'ingegno e della manualità di grandi artisti di livello internazionale. Fra le 31 statue ve ne sono due ad opera di Antonietta Raphael Mafai, "Le tre sorelle" del 1933, scultura in marmo rosso vaticano che rappresentano le figlie dell'artista Miriam (la famosa giornalista e politica impegnata in tante battaglie civili), Simona e Giulia Mafai, con un libro, bambine ebree che si sono salvate dai campi di sterminio e la "Grande Maternità" in pietra peperino che esprime la drammaticità del tentativo della "madre" di proteggere il figlio durante il rastrellamento del ghetto di Kaunas, che aveva vissuto quale figlia del rabbino.  Nel mese di giugno del 2020 la giunta comunale allora guidata dal Sindaco Mario Occhiuto autorizzava l'accettazione di altre nuove 11 donazioni di opere d'arte appartenenti ad alcuni degli artisti italiani più importanti del Novecento. Nomi del calibro di Antonietta Raphael Mafai, Gino Severini, Alba Gonzales, Mario Sironi e Umberto Mastroianni e Giacomo Balla. Ed in merito ad Antonietta Raphael Mafai, una delle più grandi artiste del XX secolo, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma inaugurerà il prossimo 17 novembre la Mostra "Antonietta Raphael, Attraverso lo specchio" a cura di Giorgia Calò e Alessandra Troncone con la supervisione scientifica di Giulia Mafai e la collaborazione di Ariel Mafai Giorgi con la presentazione della mostra e omaggio a Giulia Mafai, venuta a mancare all'età di 91 anni lo scorso 26 settembre. Considerando che alcune delle opere di Antonietta Raphael Mafai fanno parte del Mab di Cosenza è giustificato pensare che i tanti cosentini che vivono a Roma possano partecipare alla manifestazione di inaugurazione della mostra a lei dedicata. Le opere della grande artista sono rappresentante nelle permanenti dei principali musei italiani fra i quali il Museo del Novecento di Milano, Museo di BRERA Milano, GAM Galleria Arte Moderna di Torino, Museo Comunale di Genova, Roma Villa Torlonia, saloni principali della GNAM Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Antonietta Raphael Mafai nata nel 1895 e spentasi a Roma nel 1975 sin dal 1948 ha partecipato alla Biennale di Venezia. Nel 1956 vince il Premio Spoleto e dal 1959-1960 partecipa alla Quadriennale di Roma. E' considerata dalla Critica anticipatrice, antesignana di movimenti artistici più innovativi come la Transavanguardia (Achille Bonito Oliva). La Città di Cosenza è depositaria  del corpus di sculture più rappresentativo della Raphael costituito da sei opere monumentali di cui purtroppo solo due, come già detto, sono esposte lungo corso Mazzini mentre le altre rimangono ancora in deposito. Le opere di proprietà del Comune di Cosenza che rimangono ancora in deposito sono il "Toro morente" in marmo nero marquinia, "Uomo in bagno" in marmo grigio bardiglio,  "Missione segreta" o "Venere e Cupido"  in marmo nero marquinia e la "Leda e il cigno" in marmo statuario di Carrara. E non sono le sole che ancora stazionano in un deposito. Considerando il valore artistico delle opere il neosindaco Franz Caruso potrebbe adoperarsi per far sistemare le opere chiuse nei depositi nel luogo naturale loro destinato per arricchire ancor più quel grande tesoro all'aperto che è il MAB di Cosenza e che meriterebbe maggiore considerazione e interesse. 

Redazione

 


Editoriale del Direttore