La qualità dell'aria rimane una delle esigenze più sentite con la necessità di ridurre il gas serra e lo smog. In molti temono che l'aria più pulita di questi giorni sia in Italia che nel resto del mondo per effetto delle misure restrittive imposte dal Covid-19 possa essere un fatto solo temporaneo fin quando si rimarrà nell'emergenza.
Ma nel caso di una veloce e auspicata riapertura delle attività produttive non è detto che il ritorno all'inquinamento dell'aria sia un processo ineluttabile e senza rimadio. Di questo ne sono convinti i componenti di un Team di ricerca dell'Università della California (UCLA). Nell’articolo pubblicato su Nature Sustainability, gli studiosi, partendo proprio dalla California, descrivono le misure che permetterebbero di ridurre drasticamente le emissioni inquinanti e climalteranti entro il 2050. Del resto è oramai pacifico ed ampiamente dimostrato che la qualità dell'aria è strettamente legata alla salute dell'individuo. Da un lato, lo smog è connesso all’insorgenza di malattie respiratorie, cardiovascolari, problemi neurologici e tumori. Dall’altro, le ultime ricerche hanno mostrato come le persone esposte ad alti tassi di inquinamento dell’aria siano le più vulnerabili al Covid-19. “Non è necessario vivere una pandemia globale per avere aria più pulita e vite più sane”, sottolinea Yifang Zhu, professore presso la UCLA Fielding School of Public Health e autore dello studio. “L’azione climatica avvantaggia direttamente le persone a livello locale e regionale creando un’aria più pulita. I benefici per la salute pubblica sono sia immediati che a lungo termine, permettendoci di risparmiare miliardi ogni anno”. Questa ricerca è la prima ad aver creato una tabella di marcia che, grazie a politiche attente al cima, alla qualità dell’aria e attraverso la messa in campo di tecnologie già sul mercato, potrebbe rendere reale già entro il 2050 l’obiettivo emissioni zero.
Redazione