Frank Costello è stato il boss più famoso e più importante della storia della mafia Italoamericana che tanto peso ha avuto negli USA soprattutto verso gli anni '50 del secolo scorso.
Basti semplicemente sottolineare che la mitica figura di "Don Vito Corleone" magistralmente interpretata da Marlon Brando nella saga de "Il Padrino" di Francis Ford Coppola, uscito in Italia il 20 giugno 1975 e ritenuto uno dei più grandi capolavori della storia del cinema, si ispirava principalmente a Frank Costello del quale lo stesso Marlon Brando studiò le registrazioni rese disponibili per calarsi ancor meglio nella parte da grande attore quale era.
Con la magistrale guida di Mario Puzo, lo scrittore nato a New York nel 1920 da famiglia di origini siciliane che scrisse nel 1969 "The Godfather", che della saga de "Il Padrino" fu lo sceneggiatore.
Il best seller di Mario Puzo "Il Padrino" pubblicato in Italia nel 1970 dalla casa Editrice "Dall'Oglio"
Romanzo che venne pubblicato in Italia nel 1970 e che fu il più clamoroso successo editoriale dell'anno e non solo negli Stati Uniti dove rimase per mesi al vertice della classifica dei Best - seller ma anche in Germania e in Inghilterra con oltre un milione di copie vendute.
Don Vito Corleone era nel film "Il Padrino" di origini siciliane, prendendo il nome da Corleone, comune della provincia di Palermo.
Ma nella vita reale Frank Costello non era siciliano ma calabrese.
Il vero nome di Frank Costello era Francesco Castiglia nato il 26 gennaio 1891 da Luigi Castiglia e Maria Saveria Aloise nella frazione di Lauropoli del comune di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza.
A raccontare come fosse dura la vita in quegli anni nella frazione di Lauropoli è Frank Rizzo, un amico di sempre di Frank Costello, anche lui nato a Lauropoli, poi emigrato in America è tornato a Lauropoli per vivere gli ultimi anni della sua vita nel suo paese natio.
Frank Costello
Frank Costello chiamava sempre Frank Rizzo "U prufissuri" per il fatto che lo stesso Frank Rizzo aveva conseguito il diploma magistrale che in quei tempi non era certamente un fatto comune.
Il professore scrisse molte lettere a George Wolf che era l'avvocato di Frank Costello nelle quali dipingeva anche la storia di Lauropoli.
Storia che Frank Rizzo così racconta:
"La piccola frazione di Lauropoli del Comune di Cassano Allo Ionio,sorge su un’alta collina di fronte al Mar Ionio,dove una volta si elevava l’Acropoli di Sibari.
Sibari fondata dai Greci era la città più ricca della Magna Grecia.
Le rovine dell’Acropoli di Sibari, furono usate come campi da pascolo per armenti e greggi dal Medioevo fino al 1776 .
La Marchesa Laura Serra, proprietaria di duemila acri di terreno nella regione diede ordine di costruire sulle rovine dell’Acropoli,quaranta piccole casette a una sola stanza.
E a questa piccola città, costruita a forma di croce, diede il suo nome Laura-poli che in greco significa città di Laura.
Costruita la città aveva bisogno di gente che ci vivesse, e col consenso del Re di Napoli, emanò un editto:
“ Chiunque abbia dei guai con la Giustizia, o è ricercato dalla Legge, è libero di venire ad abitare nella nuova città di Lauropoli dove lui e la sua famiglia avranno una bella casa,lavoro e piena protezione”
In poche settimane numerosi uomini e donne vennero a Lauropoli da ogni parte del Regno di Napoli; erano per la maggior parte piccoli criminali che avevano bisogno di asilo e protezione".
Il padre di Frank , Luigi Castiglia, fu chiamato sotto le armi nel 1865 e combatté con la legione di Garibaldi per il nuovo Regno d’Italia.
Il padre di Frank , Luigi Castiglia, fu chiamato sotto le armi nel 1865 e combatté con la legione di Garibaldi per il nuovo Regno d’Italia.
Si distinse nella battaglia del Tirolo, ottenne una medaglia al valore e una pensione vitalizia di dieci lire al mese.
Nel 1870 sposò Maria Saveria Aloise.
La madre di Costello come la descrive il “Professore” :” era una donna assai sensibile e molto intelligente,benché analfabeta.
Era robusta e tarchiata con una selva di capelli neri pieni di forcine,una donna mascolina con un naso adunco e il colorito scuro come suo figlio Frank.
Ebbero sei figli, quattro femmine e due maschi; Eddie il maggiore e Frank.
Luigi Castiglia dopo il servizio militare, era tornato a fare il contadino, ma non riusciva a mantenere la famiglia.
Frank Costello da giovane con i suoi genitori, Luigi Castiglia e Maria Saveria Aloise
Era una zona poverissima e gli abitanti vivevano in grande miseria.
Ma si diceva che al di là dell’Atlantico si trovava una grande terra fertile e verde, che accoglieva volentieri gli immigrati.
Fu così che nel 1895 Luigi Castiglia si imbarcò per l’America, portando con sé le figlie e il figlio maggiore.
Le lettere che scriveva, delusero la moglie: era da sei mesi negli Stati Uniti e non aveva ancora trovato lavoro.
Finalmente Luigi scrisse che non aveva abbastanza denaro per ritornare a casa, così Maria sarebbe dovuta andare lei con piccolo Frank nella nuova terra: “Vendi tutto”. Scriveva.
“Anche i lenzuoli, se occorre, anche se devi prendere in prestito qualche lira, vieni in America”.
Luigi, un uomo che non riusciva neppure a trovare un lavoro, continuava tuttavia a pensare che l’America fosse il paese delle grandi possibilità.
La lettera arrivò in un giorno speciale per suo figlio.
Frank, che aveva cinque anni, era andato alla grande tenuta, verdeggiante di boschi, del barone Francesco Compagna per rubare fragole selvatiche e fiori.
Il nonno di Frank era il capo dei guardiacaccia nella tenuta. Improvvisamente apparve un gruppo di cacciatori e uno di loro, il più piccolo di statura, chiese che cosa faceva quel ragazzino nel bosco.
Frank gli rispose prontamente che era il nipote del guardiacaccia e stava aiutando a guardare le terre del barone.
Il piccolo uomo, che era il Re d’Italia, sorrise con aria d’intesa e si rivolse al guardiacaccia, che era lì accanto inquieto e nervoso.
“Ecco cinque lire”. Disse il Re. “Comprate al ragazzino un costume alla marinara. Il vostro nipotino ha dello spirito”.
Pochi giorni dopo, nell’agosto del 1896, Frank tenuto per mano dalla madre, si pavoneggiava in un abitino alla marinara nuovo di zecca.
Partivano per l’America.
Si profilava già in lui quell’istinto che lo avrebbe portato ad incontrarsi, e ad accordarsi, con le persone “della miglior società”.
Il Mausoleo dove riposa Frank Costello al St. Michael's Cemetery in Queens - New York deceduto il 21 febbraio 1973 per una crisi cardiaca all'età di 82 anni
Tanti sono stati i film prodotti e i libri scritti sulla storia di Frank Costello ma vi è un libro che riveste una particolare importanza non solo sul piano storico ma che rappresenta anche una pregevole, e forse unica, rappresentazione di quello che fu un fenomeno sociale molto rilevante in quel periodo in Calabria.
Il grande esodo verso le Americhe, la grande Emigrazione dei primi del '900.
Il libro, dal titolo "Nella Giungla di Brooklyn" e conosciuto anche con il titolo "La mia tomba è New York" è stato scritto da Giuseppe Selvaggi ed è stato pubblicato da "Edizione Vetta" nel lontanissimo 1957.
Giuseppe Selvaggi (Cassano all'Ionio, 29 agosto 1923 – Roma, 26 febbraio 2004) è stato un poeta illustre ed un famoso e stimato giornalista parlamentare per "Il Tempo" ed "Il Messaggero", direttore delle riviste culturali "Idea" e "Pianeta" e della rivista d'arte "Il Patio".
Fra i tanti reportages giornalistici anche "Sette corrispondenze calabresi", una delle quali è un'intervista a Frank Costello.
Frank Costello nel 1910 a soli 19 anni, quando iniziò la sua scalata al vertice del mondo del crimine USA
Estremamente interessante al punto tale da essere assimilabile ad un vero e proprio documento storico è l'ultimo capitolo del libro "La Malavita al servizio della Patria in Guerra" dove si delinea con estrema chiarezza il ruolo della criminalità italoamericana che collaborò con il controspionaggio USA per facilitare lo sbarco degli alleati il 10 luglio 1943 in Sicilia, con mezzo milione di uomini, cannoni navali e flotta aerea che dominava il cielo.
Ma del libro riportiamo integralmente quanto scritto dall'attento e scrupoloso giornalista Tonino Cavallaro di Cassano allo Ionio molto seguito sul suo blog infosibari.it
"Il libro che vi apprestate a leggere è stato stampato nel 1957 ed è stato scritto dal giornalista, poeta e scrittore di Cassano Ionio, Giuseppe Selvaggi.
Questo è il nome dell’autore che figura sulla copertina, in effetti possiamo affermare senza ombra di smentita che quasi tutta la parte che riguarda la famiglia Castiglia (Cognome americanizzato successivamente in Costello) è stata suggerita da un personaggio che aveva vissuto a fianco del boss Frank COSTELLO e che poi, per vicissitudini che non sono raccontate nel libro, era rientrato in Italia.
Si chiamava Frank RIZZO, chiamato da tutti “u prufissur Rizzo”, in virtù del suo diploma magistrale.
Lo conobbi anch’io, avevo una decina d’anni e mi diede alcune lezioni d’inglese che seguii però con poco profitto, affascinato più dai suoi racconti “americani”, che dai termini inglesi recepiti di malavoglia.
Il volume mi è stato prestato da un amico salernitano che lo aveva a sua volta comprato in uno di quei mercatini di libri usati, rari dalle nostre parti, ma molto diffusi altrove.
Quando intuì che il personaggio principale del libro era Frank Costello originario di Lauropoli e quindi di Cassano Ionio come me, mi informò subito della cosa e alla prima occasione glielo chiesi per leggerlo.
Inutile dire che la scrittura di Giuseppe Selvaggi è agile, piacevolissima, l’argomento è affascinante, non tratta solo della vita di Costello, ma offre uno spaccato di vita dell’emigrazione calabrese in America oggi quasi dimenticata.
Parla dei disagi e dei soprusi vissuti dai nostri emigrati ad opera degli americani da sempre razzisti e intolleranti verso gli stranieri in generale e soprattutto allora verso gli italiani che vennero considerati e trattati come i neri, gli ebrei e gli indiani.
Tutto ciò è perfettamente narrato nel libro.
Dopo averlo letto ho pensato che sarebbe stato un peccato non condividere il mio entusiasmo con gli amici che mi seguono dal 2007 sui siti web che gestisco, così mi sono preso la briga di digitalizzare tutte le 175 pagine e di offrirle a tutti coloro che vorranno leggerlo o scaricarlo.
Sul PC si legge molto bene, si possono ingrandire i testi e quindi favorire la lettura di chi, come me, ha difficoltà con la vista.
Spero di fare cosa gradita a tutti i bibliofili e… di non incorrere nelle ire di chi magari non gradirà (fidatevi c’è sempre qualcuno).
BUONA LETTURA.
Vostro Tonino Cavallaro"
La storia di Frank Costello, in regalo per i nostri lettori:
Il libro si trova nell'allegato in formato PDF
La storia di Frank Costello, in regalo per i nostri lettori:
Il libro si trova nell'allegato in formato PDF
Redazione