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Mai nella storia dei 52 anni di vita del regionalismo calabrese si è concentrato così tanto potere nelle mani di un solo uomo.

Infatti il Governatore, On. Roberto Occhiuto, che già detiene numerose deleghe e per ultima si è aggiunta anche quella del turismo, da Commissario ad acta per la sanità ora passa al ruolo di Supercommissario.

Infatti nella conversione a legge del "Decreto Calabria" non solo il Governatore Occhiuto ottiene una ulteriore proroga di altri sei mesi il commissariamento, ma, di fatto, si amplificano le già enormi prerogative del Commissario.

Si allargano i margini di manovra per la scelta e la sostituzione del management aziendale. Nel  Decreto "si fa espressamente salva la facoltà del commissario ad acta di nominare, in ogni caso, i direttori generali degli enti del servizio sanitario regionale»". 

Il Decreto prevede, inoltre, la concreta possibilità da parte del Governatore / SuperCommissario di potersi avvalere della collaborazione dell'Agenzia delle Entrate. E lo stop ai pignoramenti è stabilito sino la 31 dicembre 2023. 
 
Non vi è dubbio alcuno che la filiera Governo Regionale / Governo Nazionale ambedue di centrodestra e i tanti anni da deputato del Governatore Roberto Occhiuto con il fratello, Mario Occhiuto, Senatore e la compagna, On. Matilde Siracusano, deputata e sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, siano tutti punti a favore e pilastri portanti di quell'intesa e quella coincidenza di poteri che nessun Governatore della Calabria ha avuto finora la possibilità di utilizzare positivamente per avere un peso specifico nelle stanze ovattate del potere romano.
 
Vi sono oramai tutte le condizioni per una svolta reale della Calabria e vi sono, soprattutto, anche le condizioni economiche favorevoli fra i fondi del PNRR e dei fondi di coesione. Una valanga di denari che se ben sfruttati possono far svoltare la Calabria.
 
Si attendono, ora, grandi cambiamenti soprattutto nel campo della sanità e si attendono investimenti per invertire il continuo impoverimento e la continua fuga di giovani che determina un sempre più forte spopolamento. Finora non si è visto ancora nulla di concreto ma ora le condizioni per poter cambiare vi sono tutte.
 
Il popolo calabrese non può che attendere sperando che sia la volta buona e che i fondi vengano spesi con grande oculatezza magari evitando spese come quella dell'iniziativa promossa alla Stazione di Milano che, costata due milioni e seicentomila euro, probabilmente è destinata a determinare più polemiche e meraviglia anche a livello nazionale che non un vero ritorno sul piano turistico della nostra Regione.
 
Redazione

Editoriale del Direttore